Il professionista citato nell’inchiesta Sartoria: «Sono totalmente estraneo ai fatti»
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Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Martina Sannino per conto dell’ingegnere Raffaele Rufolo.
In data 04/07/2024, sulle pagine del quotidiano on line “LaC News24” veniva pubblicato l’articolo recante il titolo “L’appalto da 8 milioni scritto dalla ditta che partecipò alla gara», l’accusa della Procura di Catanzaro ai 2 medici manager” a firma di Pablo Petrasso. Nel predetto articolo si leggeva testualmente: “La gara d’appalto per il noleggio di due Pet – per gli allora ospedali Pugliese Ciaccio e Mater Domini – sarebbe stata scritta assieme a una delle aziende che avrebbero poi partecipato alla procedura per aggiudicarsi una fornitura milionaria. Ne sono convinti i magistrati della Procura di Catanzaro che, nell’inchiesta Sartoria, hanno ricostruito l’iter di una procedura che considerano costruita a tavolino. Sette persone sono accusate di turbativa d’asta nella vicenda che prevedeva, per i due lotti, un esborso di oltre 8 milioni di euro. Sono Giuseppe Lucio Cascini, primario di Medicina nucleare al Mater Domini e soggetto incaricato di predisporre la documentazione di gara del secondo lotto; Vincenzo Militano, medico che ha collaborato per predisporre la documentazione del primo lotto (quello per il Pugliese Ciaccio); Ciro Oliviero, rappresentante legale della Holyver Diagnostics e agente di commercio della Siemens Healthcare srl; Raffaele Rufolo, dipendente della Siemens Healthcare srl e, all’epoca dei fatti, territory manager per il Sud Italia della società; Daniela Madesani, Cristina Rebaudengo e Roberta Facca, dipendenti di Siemens Healthcare srl.
Per l’accusa Oliviero, Facca, Rebaudengo, Madesani e Rufolo avrebbero fornito «supporto tecnico e logistico nell’attività di redazione della documentazione di gara». I cinque avrebbero, infatti, «predisposto griglie e capitolato nonché l’importo a base d’asta, al fine di consentire l’aggiudicazione della gara alla Siemens Healthcare srl»”.
Orbene, contrariamente a quanto asserito dal giornalista firmatario dell’articolo in trattazione, il mio assistito è estraneo ai fatti descritti nella ricostruzione ivi proposta. A conferma di ciò, si evidenzia che finora l’ingegnere Raffaele Rufolo non è mai stato destinatario di alcun atto proveniente dalla competente Autorità Giudiziaria, dal quale possa desumersi un minimo coinvolgimento del medesimo nella vicenda narrata. Ed invero, il mio assistito sino ad oggi non ha mai ricevuto un avviso di conclusioni indagini, un avviso di garanzia, una richiesta di proroga indagine o qualunque altro atto, idoneo a qualificarlo quale “indagato”. Ma vi è più. Il nominativo dell’ing. Raffaele Rufolo non è riportato in nessuna altra fonte giornalistica, contenente i nomi dei presunti indagati.
Per tale ragione non si comprende il motivo per il quale il nome del mio assistito sia finito sulle pagine del vostro quotidiano online, senza che il giornalista scrivente né gli altri organi del quotidiano abbiano verificato la veridicità delle informazioni in loro possesso. In tale modo si è arrecato un pregiudizio grave alla reputazione ed alla professionalità dell’ingegnere Raffaele Rufolo, il quale si trova coinvolto, suo malgrado, in una vicenda che, giova ribadirlo, gli è del tutto estranea. Alle luce di quanto sopra esposto, invito e diffido codesta Spett.le Società, nella qualità di editore della testata giornalistica on line “LaC News24” , a provvedere alla rettifica del contenuto dell'articolo pubblicato in data 4 luglio 2024 dal titolo “L’appalto da 8 milioni scritto dalla ditta che partecipò alla gara», l’accusa della Procura di Catanzaro ai 2 medici-manager”, ai sensi e per gli effetti della L. n. 47/1948, con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico a cui la rettifica si riferisce, evidenziando ad oggi l’assenza di coinvolgimento dell’ingegnere Raffaele Rufolo nella vicenda in trattazione.
Accogliamo la precisazione dell’avvocato Sannino per conto dell’ingegnere Rufolo, nei confronti del quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare. Tutti i passaggi contenuti nel servizio giornalistico non sono ovviamente frutto di fantasia: la ricostruzione proposta è tratta fedelmente dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Catanzaro. (ppp)