VIDEO | Da cinque anni la cittadina tirrenica attende la trasformazione del poliambulatorio. Un percorso accidentato che sembrava ormai avere raggiunto la sua meta, ma il commissario ne ha fatto perdere le tracce
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La Calabria delle eterne incompiute, ma anche quella dove le promesse diventano chimere e gli atti amministrativi regionali depennano Case della Salute da provvedimenti ratificati. Ad Amantea, a cavallo tra le province di Cosenza e di Catanzaro, a pochi metri dal poliambulatorio del Distretto Tirreno si trova uno scheletro di mattoni rossicci e cemento, utilizzato solo nell’ultimo piano per uffici.
Deve essere completato da 20 anni, ma da cinque è diventato il luogo fisico in cui la struttura sanitaria di Amantea dovrebbe evolversi in Casa della Salute. Il condizionale è d’obbligo, anche se ogni volta sembra che questa realtà sia sempre più vicina. Ma andiamo con ordine. Era il 2015 quando un decreto dell’allora commissario ad acta Massimo Scura prevedeva una riorganizzazione sanitaria che avrebbe fagocitato alcuni laboratori.
Inizia l'iter burocratico
Partirono le proteste, gli appelli e le manifestazioni conclusesi con la proposta, partita dalla Regione, di trasformare il poliambulatorio in una Casa della salute. Non un contentino, ma un irrobustimento dell’offerta sanitaria e della medicina territoriale. Amantea avrebbe giovato del nuovo modello di rete sociosanitaria territoriale di cure primarie e di continuità assistenziale, riuscendo così a servire il suo bacino canonico di 30mila utenti e nove comuni e la più che raddoppiata domanda estiva.
È il 2016 quando la Casa della Salute viene inserita nella programmazione regionale e il 2017 quando viene ratificata. Due milioni e mezzo di euro la cifra necessaria a metterla su. Nascerà, si decide, nella struttura adiacente all’attuale distretto, un immobile in costruzione da venti anni.
È il 10 marzo 2020 quando un dca conferma la programmazione delle Case della salute, siamo ad agosto 2020 quando l’Asp di Cosenza recepisce il piano operativo. Nei mesi successivi le cose si arenano e diventa martellante l’attività della Rete comprensoriale difendiamo la salute: un centinaio tra cittadini, sindaci, partiti e associazioni che, anche scendendo in strada, hanno più volte chiesto la nascita effettiva e concreta della struttura.
La scomparsa dal dca
Le risposte però latitano e il 18 febbraio 2021 il neo commissario ad acta Longo appone la firma ad un dca che cancella la realtà di Amantea. Il 22 febbraio con un decreto vengono effettuate delle correzioni, in particolare per quanto riguarda Trebissacce e Praia. Rimane fuori la Casa della Salute di Amantea. La Rete, coordinata da Enzo Giacco, è convinta che si tratti di un errore materiale e chiede che si rimetta mano al dca e si riprenda quel percorso che dura da tempo e che è stato avallato dai predecessori di Longo.
Nel frattempo però il “super poliziotto” non risponde alle pec, ai solleciti a mezzo stampa, alle richieste di incontro. Si era scelta così la via del sitin, ma anche la triade prefettizia, ci spiegano gli esponenti della Rete, sono diventanti sordi e non hanno mai risposto alla richiesta di autorizzazione alla manifestazione. Diplomaticamente il movimento ha allora annullato l’evento, seppur contrariato dal mancato riscontro, ma non molla la presa. Il territorio chiede quanto gli è stato promesso e spera si tratti di una “svista” a cui porre facilmente rimedio.