«La Calabria non può aspettare». Il presidente Roberto Occhiuto lo ribadisce ben quattro volte nella lettera che ha inviato al premier Mario Draghi per stigmatizzare i limiti del piano infrastrutturale per la realizzazione dell’Alta velocità, che penalizza fortemente la regione. Secondo il cronoprogramma nazionale, infatti, entro il 2030 la Calabria potrà contare su poche decine di chilometri di linea ferroviaria realizzata. Una situazione che Occhiuto riassume nella sua lettera, sollecitando nuovi e più incisivi impegni da parte di Palazzo Chigi.

Dopo aver indorato la pillola con gli auguri di buon anno e l’augurio che nei prossimi 12 mesi «il nostro Paese vada a consolidare gli ottimi risultati raggiunti nel 2021 anche grazie alla positiva azione del governo da Lei presieduto», Occhiuto entra nel merito della questione, dopo «un puntuale confronto con i miei più stretti collaboratori in merito all'individuazione delle infrastrutture che nei prossimi anni andranno finanziate anche tramite le risorse europee del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».

«Apprendo che ultimamente – scrive il governatore - presso il Comitato speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, è iniziata la presentazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Salerno - Reggio Calabria e della bretella di connessione che da Battipaglia arriva fino a Potenza. Questo, che ad oggi rappresenta un successo per l'avvio delle attività necessarie alla infrastrutturazione ferroviaria di ampi territori della Campania interna, della Basilicata e della Calabria, cioè di territori del Mezzogiorno che non vedono investimenti di tale portata da molti decenni, non tranquillizza la Regione di cui da pochi mesi sono Presidente, per l'assenza, nella proposta presentata, del progetto integrale che da Battipaglia arriva a Reggio Calabria».

Poi, le note dolenti: «Apprendo che nella presentazione dei lotti che interessano il territorio della mia Regione non è emersa alcuna caratteristica tecnica dell'opera ma sono solo emersi i riferimenti legati al tipo di finanziamento. In particolare è stato precisato che il finanziamento di 9,4 miliardi di euro graverà su generiche fonti finanziarie: è emerso anche che per i relativi tempi di attuazione l'orizzonte temporale si attesta al 2030, ovviamente successivo al 2026; mentre entro il 2026 sarà possibile disporre di soli 33 km tra Battipaglia e Romagnano finanziati con 1.8 miliardi di euro del Pnrr. Infatti, la tratta Battipaglia Praja è articolata in 3 sublotti con un sublotto a), tra Battipaglia e Romagnano di 35 km, il sublotto b) tra Romagnano Buonabitacolo di 46 km e il sublotto c) che parte da Buonabitacolo di 47 km per arrivare a Praja, sulla costa calabrese».

Occhiuto sottolinea che «nonostante gli sforzi del Presidente e di alcuni componenti della Commissione speciale prima richiamata nell'insistere sulla necessità di disporre di un quadro complessivo di un'opera tra le più significative del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza a livello europeo per il suo intrinseco significato di coesione economica e territoriale, di accessibilità alle aree interne, di equità infrastrutturale, di impatto sui fondamentali indicatori di sviluppo, al momento non è stato presentato il progetto di fattibilità tecnica economica oltre Romagnano fino a Praja e nulla è stato presentato sulle tratte tutte in territorio calabrese che da Praja vanno a Tarsia, nulla sul rifacimento della Galleria Santomarco».

«L'unico riferimento – continua il presidente rivolto al premier - è stato al finanziamento a valere per complessivi 9,4 miliardi di euro su non meglio specificate fonti di finanziamento. I lotti tra Tarsia e Cosenza, Cosenza e Lamezia Terme, Lamezia Terme e Gioia Tauro sono ad oggi solo un'idea di tracciato per i quali manca anche una idea di finanziamento. La ragionevole certezza dell'assenza di progetti in grado di generare lavoro, occupazione, stabilità sociale in momenti gravi come questi che stiamo vivendo, si scontra così nei fatti con le migliori intenzioni di investimento in aree meno sviluppate del Paese, producendo una distorsione che considero significativa delle iniziali ragioni che hanno portato al concepimento stesso del Pnrr».

Occhiuto ricorda anche che senza il progetto dell'Alta Velocità ferroviaria nel Sud del Paese «difficilmente la Unione Europea avrebbe acconsentito alla strutturazione di un Piano del valore, solo per l'Italia, di ben 209 miliardi di euro e devo tristemente sottolineare che la differenza essenziale tra un piano esclusivamente finanziario ed uno realmente significativo per lo sviluppo di ampie aree del Paese, passa proprio attraverso l'attuazione di una serie di interventi da sempre noti e rimasti da sempre intuizioni progettuali».

Poi, il fuoco di fila che conclude la lettera: «La Calabria non può aspettare che Rete Ferroviaria Italiana produca progetti di fattibilità tecnica delle tratte in territorio calabrese non conoscendo, perché non è pubblico, neanche la stima dei cronoprogrammi dei lavori tra Praja e Tarsia e nel proseguimento della tratta fino a Reggio. La Calabria non può aspettare che da quei cronoprogrammi oggi non conosciuti discendano finanziamenti bloccati per circa 9.4 miliardi che migliorano solo il rating delle stazioni appaltanti, congelati come sono nel relativo contratto di programma. La Calabria non può aspettare che nel suo stesso territorio siano genericamente assegnati e bloccati fondi per opere per le quali la prima fattura lavori da pagare sarà probabilmente nel 2031 ed avere oggi nel 2021 progetti definitivi in grado di creare lavoro bloccati per l'assenza di fondi. La Calabria non può aspettare ancora per riprogrammare il proprio futuro e chiederà di modificare la programmazione della quota di finanziamento nazionale che alimenta il Pnrr per la quota che le spetta e per avviare opere ed interventi che, indipendentemente dai vincoli originari di spesa, possano essere dedicati ad opere e progetti oggi in grado di produrre lavoro, occupazione, benessere sociale».
Nel salutare il presidente del Consiglio, Occhiuto auspica di poterlo incontrare presto a Roma «per un confronto a 360 gradi sul futuro della Calabria».

Su questi temi e, in particolare, le sperequazioni a danno del Sud messe in atto con il Pnrr, il direttore di LaC News24, Pino Aprile, conduce da tempo una forte battaglia, proprio con l’obiettivo di sollecitare una reazione concreta da parte della classe politica. Lo stesso argomento oggetto della lettera di Occhiuto, è stato al centro di un suo editoriale video andato in onda ieri su LaC Tv. Eccolo: