Si tratta dei fratelli Giovanni e Rosario Albione per i quali è stata riconosciuta l'ipotesi accusatoria dell'associazione mafiosa. Il primo dei due era già finito in carcere lo scorso mese per possesso di armi e droga
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Sono state eseguite oggi le ordinanze di custodia cautelare in carcere per altri due indagati della maxi inchiesta "Hydra", coordinata dalla pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo, su una presunta "alleanza" tra esponenti delle tre mafie, Cosa Nostra, camorra e 'ndrangheta, in Lombardia. Dopo che la Cassazione, come per molti altri indagati, ha confermato l'ipotesi accusatoria dell'associazione mafiosa riconosciuta dal Riesame e che era stata bocciata dal gip Tommaso Perna, oggi un'ordinanza è stata notificata in carcere a Giovanni Abilone, 44 anni, già arrestato il 22 gennaio scorso perché, durante un controllo antidroga in centro a Milano, gli era stato trovato in casa anche un arsenale di armi, tra cui pure una mitragliatrice.
Arrestato oggi, per le imputazioni dell'inchiesta "Hydra", anche il fratello Rosario Abilone, 43 anni, anche lui, secondo la Dda guidata dal procuratore Marcello Viola, esponente del clan con a capo Paolo Aurelio Errante Parrino, in carcere dal 28 gennaio, e legato al mandamento di Castelvetrano (Trapani), quello di Matteo Messina Denaro.
Il gip nell'ottobre 2023 aveva rigettato 142 istanze di misura cautelare su 153, disponendo 11 arresti, bocciando l'accusa di associazione mafiosa come "consorzio" delle tre mafie, ribattezzato dai pm "sistema mafioso lombardo". Di recente sono state rafforzate le misure di tutela nelle scorte del procuratore Viola e della pm Cerreti per minacce ricevute e legate all'inchiesta "Hydra". Il Riesame ha disposto il carcere per 41 indagati e in questi giorni sono stati eseguiti numerosi arresti dopo le udienze della Cassazione, che andranno avanti fino a metà febbraio.