Indagato anche un dipendente di Congesi che avrebbe consigliato alla famiglia Tallarico come eludere i controlli delle forze dell'ordine. Nelle intercettazioni la minaccia di ritorsioni sul primo cittadino: «Digli che se ha preso tutti questi voti è stato esclusivamente per me»
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«Se viene qualcuno gli dici che è per l'antincendio». C'è anche un dipendente di Congesi, la società che gestisce la distribuzione idrica nella provincia di Crotone, nell'inchiesta istruita dalla Dda di Catanzaro e che ha portato all'arresto del sindaco di Casabona, Francesco Seminario, dell'assessore alle politiche sportive Anselmo De Giacomo, finito ai domiciliari. Lui assieme al vicesindaco, Leonardo Melfi, e a Paolo Audia, dipendente di Congesi, si sarebbe prodigato a fornire indicazioni utili per eludere i controlli sugli allacci abusivi eseguiti in un cantiere della famiglia Tallarico, secondo gli investigatori, a capo dell'omonima 'ndrina operante nel territorio del piccolo centro del crotonese.
Acqua potabile nel cementificio
«Ha segnato il pozzetto quello dell'acqua, dice che ci possiamo attaccare là. Se viene qualcuno gli dici che è per l'antincendio», riferisce Sergio Tallarico al padre Carlo Maria, ritenuto da chi indaga reggente della 'ndrina, all'esito dell'ennesimo sopralluogo nell'azienda edile di famiglia. Controlli a tappeto disposti dalla Prefettura di Crotone ed effettuati anche attraverso i carabinieri per stanare eventuali allacci abusivi alla rete idrica, in una provincia che storicamente soffre la carenza idrica.
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I suggerimenti "abusivi"
Audia avrebbe «consigliato a Sergio Tallarico, figlio di Carlo Maria, di prelevare abusivamente l'energia idrica destinata ai fini industriali presso la sede dell'impresa edile direttamente dalla condotta idrica antincendio», si legge nelle carte dell'inchiesta. Durante il sopralluogo nel cantiere avrebbe mostrato «come effettuare l'allaccio abusivo alla condotta e consigliandogli di riferire, in caso di controlli da parte di Congesi o della pubblica autorità, che l'acque fosse destinata affettivamente alle esigenze di antincendio».
Le preoccupazioni del sindaco
Controlli iniziati nell'area di cantiere il 26 aprile del 2022 e poi estesi anche ai giorni successivi. Acqua potabile utilizzata nel cementificio di famiglia senza contratto, né contatore tanto da impensierire anche il sindaco che già il giorno successivo si premura di contattare il presidente di Congesi, non indagato nell'inchiesta, «preoccupato per le possibili conseguenze sul suo bacino elettorale».
«Fammi sapere, fammi sapere la data precisa» dei controlli, avrebbe incalzato l'«inquieto sindaco». In una altra conversazione telefonica avrebbe poi consigliato ai Tallarico: «Digli che la prendi dal pozzo».
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Il patto di scambio
Tra i «risvolti applicativi» dello scambio che avrebbe portato all'elezione del sindaco poi ci sarebbe stata anche l'assunzione «del sodale Giuseppe Pullerà» nella società Tecnew incaricata per conto del Comune di Casabona della raccolta dei rifiuti, «l'indebita assegnazione da parte del Comune dei lotti di piano di investimento produttivo alle imprese facenti capo ai Tallarico, l'assunzione di Maria Varamo (non indagata) presso la sede del comune di Casabona sebbene la stessa fosse priva di green pass perché mai vaccinata».
I voti degli Zinga
«Compagna del sodale Luigi Gagliardi» assunta in qualità di addetta alle pulizie nel palazzo comunale. In una conversazione della coppia intercettata, lui «rivendica le proprie pretese illecite» nei confronti dell'assessore Anselmo De Giacomo: «Glielo hai detto che non è mai successo? Che uno da Zinga (frazione di Casabona, ndr) ha preso più voti di Casabona! Glielo hai detto che gliel'ho messo e glielo caccio? Mo che esco (dai domiciliari, ndr) Anselmo mi deve fare assumere nel volontariato così sono libero la mattina. Se Anselmo ha preso tutti questi voti è stato esclusivamente a me!»
L'occupazione abusiva
E ancora, «l'impegno del sindaco» per assumere a tempo indeterminato nell'ufficio tecnico comunale Francesco Alessio, «figlio del capo clan Domenico Alessio e nipote di Carlo Maria Tallarico», oltre alla «indebita assegnazione di un alloggio popolare Aterp» a Luigi Gagliardi e a Maria Varamo con prole minorenne al seguito. Le intenzioni di ottenere dal primo cittadino l'abitazione di edilizia popolare espresse anche al fratello Gerardo Gagliardi nel corso di una conversazione telefonica: «"Vieni qua vie" gli ho detto al sindaco "a me mi devi dare la casa, punto! Vedi che cazzo devi combinare" e la casa è uscita fuori».