A bordo sono presenti 47 persone. L'ong: «Esortiamo le autorità a coordinare un salvataggio il prima possibile e portare le persone in salvo in Italia!»
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Un nuovo tweet di Alarm Phone di pochi minuti fa annuncia che le persone in difficoltà sul barcone proveniente dalla Libia hanno chiamato di nuovo questa mattina la ong. «Più di 24 ore dopo il nostro avviso iniziale alle autorità, sono esausti e ancora in mare, a combattere il vento e le condizioni meteorologiche avverse. Esortiamo le autorità a coordinare un salvataggio il prima possibile e portare le persone in salvo in Italia!», scrive la ong creata da una rete di attivisti per allertare i soccorsi in mare, a proposito dell'imbarcazione alla deriva da ieri tra le onde nel Mediterraneo centrale.
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Nella notte si erano persi contatti e l'ong aveva lanciato l'allarme
«Abbiamo perso i contatti con le 47 persone e siamo molto preoccupati! La cosiddetta guardia costiera libica ci ha detto che le autorità italiane avrebbero coordinato i soccorsi ma non danno alcuna informazione. Le persone devono essere salvate e portate in salvo in Europa ora». Lo scrive nella notte Alarm Phone, ong creata da una rete di attivisti per allertare i soccorsi in mare, a proposito dell'imbarcazione alla deriva da ieri tra le onde nel Mediterraneo centrale. Ieri Alarm Phone aveva detto su Twitter di aver contattato un barcone alla deriva con 47 migranti a bordo nel Mediterraneo centrale, proveniente dalla Libia, segnalando la necessità di soccorsi immediati per via delle condizioni meteo «estremamente pericolose».
L'ong ha riferito successivamente che una nave, il mercantile Basilis L, era in viaggio verso l'imbarcazione in difficoltà. «Tuttavia - ha aggiunto -, temiamo che riporterà le persone in Libia. Devono essere portati in un luogo sicuro, non nelle terribili condizioni della Libia». Le ultime informazione diffuse ieri sera da Alarm Phone erano preoccupanti: «Le persone a bordo sono nel panico. Al telefono urlano e abbiamo difficoltà a comunicare con loro. Devono essere soccorsi senza ulteriori indugi!»