Agguato nella notte contro Domenic Signoretta, 45 anni, ritenuto l’armiere del boss Pantaleone Mancuso, alias “l’Ingegnere”. Un fatto di sangue grave per la caratura del personaggio e perché potrebbe innescare una nuova e pericolosa guerra di mafia nel Vibonese. Il personaggio, infatti, è di primo piano nell’ambito dello scacchiere mafioso e delle diverse articolazioni in cui è diviso il clan Mancuso. Almeno trenta i colpi d’arma da fuoco esplosi all’indirizzo di Domenic Signoretta che è rimasto miracolosamente illeso nei pressi della propria abitazione. Signoretta è stato condannato in primo e secondo grado a 7 anni di reclusione per la detenzione di un ingente quantitativo di armi. Sul suo conto hanno reso dichiarazioni accusatorie i collaboratori di giustizia Arcangelo Furfaro del clan Molè - che ha diviso con Signoretta un appartamento a Roma -, Andrea Mantella e Raffaele Moscato. 

 

Il 13 novembre 2017, Domenic Signoretta è stato anche condannato a 12 anni di reclusione dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria in quanto ritenuto responsabile - nell'ambito dell'operazione "Mediterraneo" - di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti con il clan Molè di Gioia Tauro. La Cassazione ha però annullato con rinvio con riferimento all’aggravante dell’agevolazione del clan mafioso dei Molè e sarà pertanto necessario un nuovo processo di secondo grado. Per tale vicenda aveva già ottenuto la detenzione domiciliare.  Sul luogo dell’agguato si sono portati i carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia,guidati dal capitano Gianfranco Pino, che hanno avviato le indagini per far luce sul grave fatto di sangue ancora tutto da decifrare.