Manifestazione di protesta questa mattina dei sindacati di polizia penitenziaria dinnanzi alla casa circondariale Ugo Caridi di Catanzaro. Dopo i numerosi epidosi di aggressioni verificatisi all'interno dell'istituto penitenziario le organizzazioni sindacali hanno fatto sentire la propria voce lanciando l'allarme sulle condizioni lavorative degli agenti

L'aggressione

In quattro la scorsa domenica sono infatti rimasti feriti nel corso di una aggressione che ha visto coinvolti una quarantina di detenuti di due differenti sezioni. La lite iniziata tra due detenuti psichiatrici è poi sfociata in una maxi rissa con quattro feriti tra gli agenti della polizia penitenziaria. Due sovraintendenti feriti ad una mano hanno dovuto ricorrere alle cure mediche, un altro ha ricevuto un calcio al petto e infine un terzo agente è stato spintonato giù dalle scale.

«Qui oggi sono presenti diversi operatori - ha chiarito Salvatore Paradiso, segretario regionale Uilpa Penitenziari - a manifestare il loro disagio e la loro disperazione. Le richieste delle organizzazioni sindacali sono quelle che riguardano i diritti dei lavoratori in genere: lavorare serenamente e con orari di lavoro consoni perché qui ci sono agenti che espletano turni di 12 ore, che non possono fruire del riposo e del congedo, che vengono aggrediti. Il più grave problema che abbiamo è la carenza degli organici che non consente di operare in sicurezza. C'è inoltre carenza di medici, abbiamo un interpello aperto ma nessun medico vuol venire qui perché c'è una notevole presenza di detenuti con disagio psichico che non dovrebbero stare in questa struttura. Si pensi che nell'articolazione penitenziaria di salute mentale potrebbero essere allocati solo 8 detenuti con disagio e in realtà ne abbiamo 80».

«La situazione oggi all'interno del carcere è drammatica - ha chiarito Francesco Gallo, segretario provinciale Sappe -. Una delle ragioni di questa protesta è la carenza di personale. Si pensi che a Catanzaro sono previste 470 unità e prestano servizio 340 unità, quindi 130 unità in meno. Per sopperire a questa grave carenza organica si ricorre a misure drastiche quali ad esempio l'accorpamento di più posti di servizio, turni di lavoro estenuanti, ricorso a lavoro straordinario».