Sono stati rintracciati a San Giorgio a Cremano, nel Napoletano, i presunti aggressori della ricercatrice di Potenza, brutalmente pestata lo scorso 6 agosto nella frazione marina di Tortora, sull'alto Tirreno Cosentino. La donna, dopo aver denunciato ai carabinieri l'accaduto, aveva mostrato sui social, il volto tumefatto dai colpi subiti, suscitando un'onda di indignazione in tutto il Paese.

I particolari dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa organizzata nella sede del comando provinciale di Cosenza, alla quale hanno parteecipato il comandante del reparto operativo Raffaele Giovinazzo, il comandante della compagnia di Scalea Andrea D'Angelo ed il maresciallo luigi Cacciapuoti, comandante della stazione di Praia a Mare che ha svolto, nell'immediatezza dei fatti, i primi accertamenti.

Le indagini condotte a tempo di record sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Paola, guidata da Pierpaolo Bruni, hanno portato all'arresto di quattro persone, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare. Si tratta di una coppia di 72 e 70 anni, del figlio 45enne e della compagna quarantenne di quest'ultimo. Sarebbero tutti incensurati. Sono accusati in concorso di tentata rapina e lesioni personali aggravate.

Il violento assalto, preceduto due giorni prima da una serie di minacce verbali, scaturisce dal tentativo della vittima di prendersi cura di tre cuccioli rinvenuti nei pressi dell'abitazione dei presunti aggressori. «La vittima - ha detto il maresciallo Luigi Cacciapuoti - è un'amante degli animali e stava soccorrendo dei cuccioli di cane ai quali aveva portato dell'acqua. Ma la cosa non è stata gradita e si sono avute le minacce, due giorni prima il 4 agosto, e poi l'aggressione».

Gli aggressori sono turisti abituali di Tortora e non risultano avere legami con gruppi criminali. Alla scena hanno assistito diversi testimoni poi ascoltati dai militari: «La comunità di Tortora è molto collaborativa con le forze dell'ordine - ha precisato Cacciapuoti - Se nessuno è intervenuto in quel momento probabilmente è perché chi ha assistito alla scena non si è reso conto di quanto stava accadendo».