VIDEO | L’ente sovracomunale ha deciso di chiudere un’ampia sezione degli spazi esterni all’istituto Vincenzo Julia. Ma così facendo ha reso inutilizzabili le principali uscite di sicurezza e il punto di raccolta in caso di terremoto o incendio
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Si sono ritrovati a manifestare davanti all'edificio che ospita la scuola che frequentano, i ragazzi dell’istituto “Vincenzo Julia” di Acri. Al centro del sit-in di protesta, la decisione da parte Provincia di recintare (a quanto pare a tempo indeterminato) il piazzale del liceo. Tutto ciò a causa della presenza un muro di contenimento pericolante. Una misura - quella dell'ente provinciale - arrivata a distanza di due anni dalla prima richiesta di intervento, che è contestata dagli studenti soprattutto per via della poca chiarezza sulle tempistiche dei lavori di messa in sicurezza.
«La nostra dirigente nei giorni scorsi ha mandato un'ulteriore comunicazione alla Provincia in merito al muro pericolante che si trova all'interno del nostro Istituto - ci ha detto Iolanda Bruno, studentessa che fa parte dei rappresentanti di Istituto dello "Julia" -. La risposta dell'Ente è stata quella di intervenire stamattina per chiudere alcuni spazi riservati a noi studenti. Tra questi il piazzale e il campetto. Ciò appare quasi un modo per lavarsi le mani e aggirare la problematica invece che risolverla».
L'Istituto ospita circa 300 studenti che, allo stato attuale, lamentano anche un problema di sicurezza: «Dopo l'interdizione di questa mattina abbiamo solo un'uscita di sicurezza e non è possibile pensare di far defluire dagli attuali spazi oltre 300 persone in caso di emergenza. Vogliamo che la Provincia intervenga per bloccare la probabile caduta del muto, ma allo stesso tempo vogliamo utilizzare tutti i nostri spazi e avere la possibilità di esodo in caso di pericolo», ha aggiunto la rappresentante degli studenti.
L'intervento effettuato dalla Provincia stamani, ha di fatto creato una situazione che appare paradossale. Attraverso l'interdizione dell'area che ospita il parcheggio e il campetto si è limitato di conseguenza quasi interamente lo spazio di raccolta in caso di emergenza, come nell'eventualità di un terremoto o di un incendio. In questo modo l'Istituto diventa praticamente inagibile per ospitare studenti, docenti e personale scolastico. Si è "risolto" un problema ma allo stesso tempo se ne è creato un altro. Basti pensare che l'accesso all'istituto sarebbe garantito solo da un corridoio pedonale, abbastanza stretto, lato segreteria.
L'edificio, di proprietà provinciale, presenta anche altre problematiche legate alla sicurezza. Degli otto accessi presenti, infatti, a seguito delle due chiusure rese necessarie questa mattina, il liceo presenta allo stato attuale un solo ingresso, dunque una sola uscita di sicurezza. Le altre cinque uscite di emergenza risultano essere inutilizzabili già da tempo, con i maniglioni antipanico bloccati anche in maniera improvvisata, attraverso l'utilizzo di filo filato metallico o con delle cattedre poste davanti.
A tutto ciò si va ad aggiungere appunto il muro di contenimento pericolante che nei giorni di pioggia, si trasforma in una vera e propria cascata d'acqua, con le infiltrazioni che vanno probabilmente a complicare ulteriormente la stabilità stessa dell’opera. Gli studenti del liceo "Julia" promettono azioni di protesta anche nei prossimi giorni e, in attesa di una situazione definitiva dei problemi, l'intenzione dei ragazzi sarebbe quella di non entrare a scuola senza le dovute rassicurazioni anche nei prossimi giorni.