«Se famiglia e scuola non bastano più a stabilire norme di comportamento e soprattutto a farle rispettare, è bene che lo Stato intervenga con sanzioni commisurate ai reati commessi». Lo afferma il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione, in relazione al provvedimento che riguarda giovani di età compresa tra i 17 e i 19 anni, a Reggio Calabria, accusati di avere esercitato violenze e molestie su alcune ragazzine.
 Secondo il parere del Garante, «per alcuni reati compiuti da minorenni va bene la misura alternativa al carcere o alla comunità, ma a fronte di reati così gravi contro la persona occorrono intransigenza e inflizione di pene detentive vere e proprie. Andando avanti col metro del buonismo rischiamo di costruire una società senza limiti di sorta. Quando poi - conclude Marziale - risultano esserci adulti a capo di tali azioni, ebbene nei loro confronti non bisognerebbe applicare attenuanti di sorta, casomai aggravanti, perché nessuno può immaginare di trascinare impunemente nel gorgo della violenza giovani in via di formazione».

 

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