Soldi pubblici destinati all’accoglienza usati dalle associazioni per acquisti fuori dai progetti. È quanto emerso dalla nuova deposizione del colonnello della Guardia di Finanza Nicola Sportelli, teste chiave dell’accusa al processo in corso a Locri contro Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace accusato in concorso insieme ad altre 25 persone di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa e abuso d’ufficio sulla gestione dei progetti di accoglienza agli immigrati.

«L’ex primo cittadino- ha affermato il finanziere in aula - non ha mai fatto nulla per contrastare le irregolarità nelle rendicontazioni». Dagli accertamenti bancari effettuati dalle Fiamme Gialle è emersa una distrazione di fondi dalle casse delle associazioni, uno degli aspetti che ha portato all’implosione del modello Riace, iniziata secondo il racconto di Sportelli già nel 2014 con l’ampliamento dei posti riservati ai beneficiari.

«Tutto finiva nella rendicontazione progetti - ha riferito il teste - al fine di ottenere dallo Stato il massimo dei finanziamenti. All’interno delle associazioni - ha proseguito Sportelli - non risultavano inoltre figure professionali previste dal protocollo, perché se ci fossero state avrebbero comportato un costo».

Alla luce di quanto emerso oggi per alcuni imputati potrebbe prefigurarsi, per singole condotte, anche l’accusa di peculato. Il giudice Fulvio Accurso ha infine stilato il calendario delle prossime udienze, previste i prossimi 5 maggio, 30 giugno e 9 luglio.