L'oltraggio fisico risale a fine 2022 ma la risolutezza ad uscire fuori dall'incubo è stata quasi immediata. Da allora, Alessandra Accardo, assistente di polizia alla questura di Napoli, la sua città natale, testimonia dovunque la chiamino il coraggio straordinario di una giovane donna in divisa decisa a riprendersi la propria vita, felice di essere poliziotta e molto impegnata nel sociale.

«Ho deciso di parlare dopo la mia esperienza per il semplice motivo di dare un messaggio di speranza - riferisce a margine della sua presenza a Catanzaro ad una manifestazione per ricordare la tragedia di Capaci e tutte le vittime di violenza ed i superstiti -, perché comunque la vita non finisce dopo questi eventi, si va avanti e soprattutto per ricordare, per far capire cosa si prova e cosa succede, quando una persona è vittima».
Il suo stupratore, un extracomunitario, è stato acciuffato e condannato a 14 anni. Ma lei ha deciso di lasciarsi alle spalle, quella terribile sera al porto di Napoli, ed ora chiede a tutte di fare lo stesso.

Il suo coraggio ha il senso della denuncia, dell'appello. «Chiedo alle donne di denunciare e soprattutto alle vittime di parlare: non bisogna avere vergogna - afferma Alessandra -, perché bisogna andare avanti nella propria vita. Questo è il messaggio, un messaggio di speranza, perché dobbiamo essere legati a questo sentimento».

Una forza d'animo eccezionale, una voglia di vivere e tanto coraggio dettato in parte anche dalla divisa. «Indossare la divisa è una cosa molto importante, ci ho sempre creduto, ho fatto servizio prima nell'Esercito, poi per la Polizia di Stato. Quindi da 14 anni servo lo Stato italiano e sempre con orgoglio e con amore, soprattutto».

Per la sua carriera personale cosa si augura? «Io vado avanti per la mia strada - afferma aprendosi finalmente al sorriso -. Sono molto impegnata nel sociale, sono felice così, penso che dare emozioni o comunque empatizzare con gli altri sia una cosa molto importante e non va sottovalutata».