La titolare della delega al lavoro ha partecipato a Reggio Calabria ad un incontro sull’emancipazione dalla criminalità organizzata. Il procuratore Lombardo: «Lo Stato non distrugge ma crea situazioni virtuose»
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«È importante parlare di lavoro regolare, perché è solo attraverso il lavoro che poi c'è sviluppo e soprattutto legalità. Per noi è importante fare il punto e soprattutto rappresentare quanto è determinante l'impegno a favore del lavoro regolare, del lavoro onesto, di quello che ovviamente consente anche la crescita dei territori, consente a tanti giovani e tante giovani donne di poter vivere serenamente e onestamente. Così come importante è mettere l'accento anche su quello che è l'impegno a contrasto di quelli che invece sono i fenomeni elusivi del mondo del lavoro, quindi certamente il caporalato, il lavoro sommerso, lo sfruttamento dei lavoratori».
Ha esordito così il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, presente questo pomeriggio nell’aula Monteleone di Palazzo Campanella per partecipare all’incontro dal titolo “Il lavoro quale strumento di emancipazione dalla criminalità organizzata” che si inquadra nelle iniziative organizzate dal Dipartimento regionale Giustizia di Fratelli d’Italia (diretto da Giovanna Cusumano) nell’ambito della Giornata della legalità celebrata oggi in tutta Italia.
Calderone ha parlato delle azioni messe in campo dal governo anche per contrastare il lavoro irregolare dando degli strumenti e soprattutto anche «intensificando i controlli, in modo che si possa anche dare la dimensione del fatto che lo Stato c'è, lo Stato è presente e lo Stato è accanto ai cittadini e ovviamente è impegnato, siamo tutti quanti impegnati, per fare invece di questi territori dei territori in cui si possa vivere benissimo in contesti assolutamente produttivi».
In questo momento, afferma il Ministro, gli indicatori dell'occupazione sono buoni: «ci dicono che c'è una ripresa generalizzata nell'arco degli ultimi due anni, abbiamo portato al lavoro più di un milione di persone e stiamo avendo dei risultati anche incoraggianti per quanto riguarda l'occupazione giovanile e l'occupazione femminile. Tanto deve essere fatto al sud, ma il sud sta dando dei segnali veramente incoraggianti, ed è questo quello che noi poi vogliamo dire: che c'è assolutamente una dimensione di onestà e di correttezza in cui viviamo bene tutti e soprattutto progredisce il paese».
Poi il Ministro Calderone si è soffermata su una serie di interventi specifici che sono stati portati avanti dal governo proprio per sostenere l'occupazione e sostenere l'occupazione del sud «con degli incentivi all'assunzione dei giovani, delle donne e dei lavoratori svantaggiati, quelli che sono fuori dal mondo del lavoro da tanto tempo ma anche guardando alla capacità dei giovani di poter costruire anche nuove imprese e nuove attività professionali attraverso il finanziamento degli strumenti come l'autoimpiego.
Io credo che ci siano tutte le condizioni affinché si possa fare veramente una scelta che parli di lavoro etico. Certamente il costo del lavoro è ancora una componente importante di quelli che sono gli oneri e costi complessivi di un'azienda, però è altrettanto vero che nel corso di questi anni abbiamo fatto proprio degli interventi specifici a sostegno soprattutto di quelle fasce del mondo del lavoro come quella giovanile, che hanno bisogno, invece, di essere attratti nuovamente al lavoro».
Per Calderone, il nostro è un paese che non si può permettere di avere una soglia importante di giovani che non lavorano, studia e non si forma. «Noi non possiamo permetterci, anche per tanti altri temi come quelli legati anche all'invecchiamento della popolazione, di avere i giovani che non giocano la partita e che in qualche modo non sono in inseriti in un contesto di produttività. Il lavoro c'è, il lavoro deve essere sostenuto, però bisogna sostenere il lavoro buono, e bisogna anche dare la possibilità agli imprenditori onesti di non dover competere con chi invece cerca le scorciatoie e le scorciatoie parlano ovviamente di lavoro sfruttato e soprattutto molto spesso anche non dichiarato.
Ecco la nostra è una battaglia contro il lavoro sommerso, contro il caporalato e chi pensa di poter invece far valere la logica del più forte e non del più corretto. Noi siamo impegnati a sostenere invece gli onesti perché gli onesti sono sempre molto ma molto di più dei disonesti».
Lombardo: «Lavoro è sinonimo di legalità»
La presenza del ministro all’incontro, voluto fortemente da Giovanna Cusumano, è per questi una testimonianza sicura dell'impegno del governo verso questa regione: «è la possibilità -ha detto l’avvocato - di richiedere un maggiore supporto affinché si creano quelle condizioni per sviluppare il lavoro regolare che è la forma migliore per contrastare la criminalità organizzata».
Per il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, invece, il lavoro è sinonimo di legalità in un territorio complicato in cui abbiamo un tasso di occupazione che sicuramente è il più basso d'Italia. «È certamente una materia complessa quella che cercheremo di approfondire proprio perché non ci sono automatismi. Nessuno è in grado di dire che aumentando le possibilità di lavoro e quindi di lavoro legale diminuisce il tasso di criminalità. Certamente ci sono una serie di indicatori sui quali bisognerebbe investire, creando delle occasioni di interazione effettiva tra chi come noi svolge un lavoro complesso in un territorio in cui spesso e volentieri si pensa la magistratura come una magistratura che toglie le opportunità, che invece dovrebbe diventare l'inizio di un percorso che quelle opportunità le crea».
Per Lombardo insomma è necessario «interagire con le altre componenti produttive» e tra questi tutta una serie di apparati istituzionali che a suo modo di vedere devono investire di più in territori difficili anche facendo scelte a volte complicate o impopolari. «La materia delle misure di prevenzione è qui a Reggio Calabria davvero all'ordine del giorno. Siamo assolutamente un'eccellenza non soltanto in Italia e sappiamo quanto sia difficile volere mantenere e mantenere in equilibrio tutta una serie di esigenze che a volte sembrano distanti l'una dall'altra, e gli strumenti ci sono. Io ricordo – ha aggiunto il procuratore - di aver fatto parte oltre dieci anni fa di una commissione ministeriale che poi è stata quella sostanzialmente che ha lavorato per scrivere il codice Antimafia, proprio per andare a individuare nuovi istituti che consentano di mandare più messaggi positivi e cioè voglio dire lo Stato non interviene per distruggere, ma interviene in momenti in cui ovviamente si riscontrano delle criticità, momenti che spesso e volentieri diventano poi il passaggio migliore per arrivare a stabilizzare delle prassi virtuose, e quindi da lì iniziare nuovi percorsi che con la prospettiva di creare davvero posti di lavoro, possano dare chiaro il significato che non bisogna mai trascurare che ci si può liberare dal giogo mafioso senza perdere ovviamente le occasioni che le imprese pulite poi lasciano al territorio».
L’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, si è detto convinto che per debellare la mafia serve il lavoro: «Il lavoro vero e di qualità, e stiamo lavorando appunto con la Regione Calabria per sei misure importanti appunto per creare il lavoro in Calabria, perché è vero che per anni anche la Ndrangheta ha approfittato della mancanza di lavoro per attrarre tanti giovani. Oggi con queste misure importanti, una serie di investimenti anche col Piano per il lavoro, stiamo creando condizioni diverse. Noi ci crediamo, dobbiamo vivere in una Calabria libera».