“Ti piace vincere facile?” recita un fortunato spot televisivo che ultimamente ritrae i festeggiamenti di un calciatore che segna un rigore in una porta enorme in altezza e larghezza, difesa da un portiere piccolo, piccolo. L’aggiornamento futuro potrebbe riguardare la vittoria della mozione Renzi in Calabria.

 

Magorno, Oliverio, Minniti, Battaglia e compagnia stavolta hanno voluto esagerare. E hanno staccato di 11 punti la media nazionale, già elevata, di renzismo applicato. Nella nostra Regione la mozione dell’ex premier si aggiudica la partita con il 79,3% di media a fronte del 68,22% raccolto a livello nazionale. Con punte che vanno oltre l’80% a Reggio e a Vibo e lo sfiorano a Crotone e a Catanzaro.

 

L’unico neo, a voler trovare il pelo nell’uovo, arriva a Cosenza, città del governatore Oliverio e del segretario Magorno che registra una vittoria di Renzi, ma con il 67,4%. Praticamente in linea con il trend nazionale, ma determinata esclusivamente dal fatto che solo sul territorio cosentino c’è stata un’alternativa degna di nome che è legata al consigliere regionale Carlo Guccione. Unico in tutta la Regione in grado di mettersi di traverso al renzismo dilagante in ogni dove e di organizzare una buona area a sostegno della mozione Orlando.

 

Per il resto il nulla. La Regione che era la più bersaniana d’Italia e che aveva costretto Lotti a piegarsi alla candidatura a governatore di Oliverio, per la soddisfazione di Massimo D’Alema, adesso è forse la più renziana della Penisola. Circostanza che si era già capita da tempo e che aveva avuto conferma lampante al momento della scissione quando praticamente nessuno dei big ha seguito Speranza e compagnia, se si eccettuano Nico Stumpo e Doris Lo Moro.

 

Un appiattimento totale che sa di farsa, con i nemici giurati di un tempo che adesso si abbracciano tra loro. A partire proprio da Oliverio e Magorno. Tutti in cerca di ottenere dal leader le prebende necessarie a proseguire le proprie carriere politiche: la sanità e i posti in lista alle politiche su tutto.

 

Per il resto nessuno scatto in avanti, nessun dibattito. Nessun percorso politico che giustifichi la conversione totale della Calabria al renzismo. Il massimo di diversificazione che si otterrà sarà quella, ideata da Oliverio e dai suoi, di poggiare sul ministro Martina una lista di riferimento verso le primarie. Provare cioè a spostarsi a sinistra del ticket che vincerà le prossime primarie. Ma nessuno si faccia illusioni il Pd è nelle mani di Renzi e la Calabria ha deciso di consegnarsi a lui senza alcun filtro.

 

 Riccardo Tripepi