Tommaso Sonni è un ottimo medico. Negli anni ha costruito coi propri pazienti un rapporto di fiducia che ha portato intere generazioni a scegliere il medico lametino come sanitario di base. Ho conto personale e diretto di decine di persone che ne apprezzano lavoro, umanità e capacità. Tommaso Sonni, però, oltre ad essere un brillante medico di base è anche un consigliere comunale. Non uno qualunque: Sonni, infatti, ha guadagnato un seggio in consiglio comunale in virtù della sua candidatura a sindaco quale rappresentante di tutto il centrosinistra lametino, dopo aver stravinto le primarie. In soldoni, Tommaso Sonni è il principale esponente dell'opposizione alla giunta Mascaro. Solo che in consiglio comunale non lo si vede mai, o quasi mai. Salvo sviste, dovrebbe aver partecipato solo a due sedute, tra le tante fin qui tenute dal consiglio comunale lametino. E in una delle due circostanze, si è intrattenuto solo un'ora. Sonni non è un vagabondo, né un lavativo: ciò che impedisce a Tommaso Sonni di fare il consigliere comunale di opposizione, infatti, è proprio Tommaso Sonni. Perchè il Sonni consigliere è incompatibile col Sonni medico. Attenzione, qui non c'entra il decreto legge 39 del 2013, quello che stabiliva incompatibilità tra medici e sindaci: quella disposizione di legge, peraltro, si riferiva a figure apicali del sistema sanitario. E oltretutto, come detto, Sonni il ballotaggio l'ha perso. L'incompatibilità è nella personalità di Sonni. Che, legittimamente, se deve scegliere tra i due ruoli, privilegia la sua professione. Questo però comporta che sia assente se si deve discutere di bilanci, piani di rientro, composizioni politiche dell'assise. Insomma, quando si parla del futuro della città, Sonni non c'è. Non esattamente la cosa migliore, per chi, come detto, dovrebbe rappresentare la prima opposizione in consiglio comunale. Sonni sostiene che la sua presenza in consiglio è resa complicata proprio dalla sua professione. Magari è così. Ma l'ultimo consiglio comunale, tanto per fare un esempio, iniziato alle 9.30 del mattino, si è protratto fino alle 19.30. Difficile pensare che nell'arco di un'intera giornata, Sonni non abbia trovato il tempo per una capatina alla sala Napolitano. Il beneficio del dubbio ci porta a dire che, qualora il ballotaggio lo avesse vinto, sicuramente avrebbe provilegiato il suo nuovo ruolo da sindaco. Ma ad oggi, tra i banchi della minoranza, c'è un buco. Che sicuramente in termini numerici, vista la composizione bulgara a favore di Mascaro del consiglio, non comporta granchè. Ma pone un grosso problema politico, che nello schieramento di centrosinistra inizia a serpeggiare con insistenza. Sonni, con la sua assenza, regala nei fatti un ulteriore seggio alla maggioranza; non pone alcuna questione politica o pratica in merito ai vari provvedimenti adottati dalla giunta; rende, paradossalmente, completamente inutile ogni singolo voto dato alle scorse amministrative al candidato a sindaco del centrosinistra. Non è da escludere che Sonni abbia comunque continuato la sua attività politica nel corso di riunioni o incontri. Ma nel luogo in cui, questa attività e con essa la fiducia accordata dal 40% degli elettori del ballotaggio, si dovrebbe concretizzare, non c'è traccia. Sonni deve, a questo punto, operare una scelta. Ma che sia esplicita, perché nei fatti, questa scelta, il medico lametino l'ha già fatta.


Precisazione: qualora Sonni si dimettesse, il candidato che ne prenderebbe il posto è Nicola Mastroianni del Pd. Prima che qualcuno banalizzi, si sappia che si tratta di pura omonimia. Non si sa mai.

 

Guglielmo Mastroianni