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Il politico cosentino gioca una difficile partita politica a bordo di AP (Alternativa Popolare), il partito di Angelino Alfano. Una partita che potrebbe proiettarlo nei protagonisti della dinamica nazionale. L’ultima media ponderata dei sondaggi accredita questa forza politica poco al di sotto della soglia del 3%. Uno scoglio che potrebbe essere superato proprio da una buona performance calabrese. E il sottosegretario ha iniziato a tessere la tela delle alleanze.
Chi conosce politicamente il senatore Tonino Gentile, sa bene che non è politico da tour nei territori. Gentile ha sempre avuto in tal senso un profilo basso, privilegiando l’azione istituzionale a quella più squisitamente territoriale. Eppure, da qualche tempo, qualcosa sta cambiando. Il senatore Gentile, infatti, è in movimento. La partita che ha davanti è complessa ma la posta in gioco è alta e rappresenta il futuro: la prospettiva politica. Lo scoglio sono appunto le elezioni politiche. Il passaggio delle elezioni politiche, infatti, rappresentano l’incastro di un puzzle sul quale poi, agganciare il resto dei pezzi, comprese le future elezioni regionali, solo a quel punto si comprenderà appieno il disegno finale. E a noi pare che, proprio il senatore Gentile, da eccellente animale politico, sia al momento uno dei pochi protagonisti della partita politica calabrese ad avere piena consapevolezza che ci troviamo di fronte a uno scenario politico radicalmente diverso da quello che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni.
Le prossime elezioni politiche, in un scenario da Prima Repubblica
Una consapevolezza che, a ben vedere, spesso non si riscontra nemmeno nei cronisti chiamati a dare una lettura de fatti politici in corso. A sentire i commenti editoriali e per certi aspetti anche quelli politici, infatti, sembra ancora di trovarci di fronte, alla classica liturgia che abbiamo conosciuto negli ultimi 25 anni a cavallo tra il Matterellum e il Porcellum, sembra cioè che, non ci si sia resi conto che il maggioritario è finito, e che, invece, siamo ripiombati nella prima Repubblica. Il prossimo Parlamento, infatti, sarà eletto da un sistema proporzionale puro con sbarramento al 3% e, solo nel caso che una forza politica (non una coalizione) superi il 40% potrebbe aspirare a un premio di maggioranza. Ipotesi quest’ultima, estremamente difficile per qualsiasi partito attualmente in campo. Dunque, chi vincerà le prossime elezioni politiche? Molto probabilmente nessuno. Ci saranno forze che perderanno posizioni, altre che registreranno modesti o sostanziali avanzate ma, alla chiusura dei seggi elettorali, difficilmente sapremo chi governerà il paese. Questa la realtà e, a meno di una radicale volontà delle forze politiche a cambiare l’attuale legge elettorale in chiave maggioritaria prima della fine della legislatura, una volontà che, allo stato, non si intravede affatto, il prossimo governo sarà un governo di coalizione, costituito da quelle forze che riusciranno a trovare una piattaforma comune di governo e riusciranno a mettere insieme il 51% di parlamentari al Senato e alla Camera. Il resto sono chiacchiere.
In questo contesto le forze politiche intermedie sono destinate a crescere e ad avere un ruolo determinante per qualsiasi alleanza, soprattutto in chiave anti populista a destra come a sinistra. Ghino di Tacco, dunque, è destinato a risorgere con il proporzionale, magari più di uno, ma è oggettivo, oserei dire quasi naturale che, nel sistema proporzionale, il ruolo che si era ritagliato nella prima Repubblica, Bettino Craxi, possa ritornare in auge. Unico scoglio lo sbarramento del 3%.
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La strategia di Tonino Gentile
Tonino Gentile, dunque, gioca questa partita a bordo di AP (Alternativa Popolare), il partito di Angelino Alfano. L’ultima media ponderata dei sondaggi accredita questa forza politica poco al di sotto della soglia del 3%. Uno scoglio che potrebbe essere superato proprio da una buona performance calabrese. L’attivismo di Gentile, a nostro modesto avviso, dunque, si muove lungo questo confine. In un sistema proporzionale e nella composizione delle future alleanze di governo, AP, con buona pace dei Salvini del Centro destra o dei Fratoianni di Sinistra, potrebbe rappresentare il punto di equilibrio per il varo di un governo di centro destra, di centro sinistra o per un’alleanza tra Renzi e Berlusconi. La partita dunque, è di altissimo livello e, fino ad ora, Tonino Gentile ha giocato bene le sue carte proprio nel territorio calabrese. La strategia al momento, è quella del consolidamento. A Catanzaro, per esempio, grazie alla deriva strategica del PD, è stato determinante per la vittoria di Sergio Abramo, mettendo così un’importante bandierina proprio nel capoluogo calabrese. Nel resto della Regione, grazie anche agli spazi offerti dall’appannamento dell’azione del governo regionale di Oliverio, ha incominciato a tessere una graduale rete di alleanze, non ultima, la Locride. La prossima partita è quella del rinnovo del fratello Pino Gentile alla vice presidenza del Consiglio Regionale. Nel disegno del Sottosegretario allo Sviluppo economico, superare lo scoglio del 3% di AP, significherebbe il controllo di una forza politica in Parlamento che potrebbe essere a trazione calabrese proprio nel momento in cui il sistema rimette al centro la politica delle alleanze post elettorali. Se a ciò, si aggiunge anche la circostanza che la partita potrebbe essere giocata di sponda con quello che oggi appare l’unico uomo forte del PD calabrese, il ministro Marco Minniti, il dado potrebbe essere tratto.
Pasquale Motta