Ogni settimana il Ministero dell’Interno produce un report sugli omicidi volontari e nel periodo 1° gennaio – 10 novembre 2024 sono stati rilevati 97 femminicidi, di cui 83 consumati in ambito familiare-affettivo e 51 per mano del partner o ex partner.

Sono questi numeri, in leggera flessione rispetto all’anno scorso ma comunque importanti, ad aver spinto l’Associazione Culturale Xenìa ad organizzare un evento socio-culturale di rara fattura per sensibilizzare l’opinione pubblica sullo spinoso e delicato tema della violenza di genere in vista del 25 novembre - Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Come ha evidenziato la presidente dell’organizzazione no-profit cosentina Gabriella Coscarella: «L’obiettivo di questa giornata è divulgare la possibilità di conoscenza del problema, sia per le giovani generazioni che per noi adulti, con la consapevolezza di poter fare qualcosa per arginarlo».

La competente tavola rotonda è stata organizzata in collaborazione con la Fondazione Attilio ed Elena Giuliani e con il patrocinio della Camera Penale “Avv. Fausto Gullo” di Cosenza. Presenti all’incontro diverse figure specializzate sul tema, tra cui l’avvocato – nonché presidente della Camera penale di Cosenza – Roberto Le Pera: «Essere qui vuol dire partecipare ad una sessione culturale in cui la società si avvicina al tema dei diritti, che non sono i diritti della persona offesa o dell’indagato, ma sono i diritti. L’invito è quello di costruire una società improntata sulla legalità e che, quindi, prima di emettere sentenze attende la sentenza. La vera sentenza non è scritta dal popolo ma in nome del popolo».

Lo stimolo, dunque, è alla riflessione a 360°: sulla dignità delle persone, sui loro diritti, ma anche – come spiega la dottoressa Donatella Donato, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza - sulle motivazioni che spingono a non denunciare, a silenziare gli abusi. Motivazioni che sono culturali, ma spesso anche economiche, perché hanno a che fare con la concreta subordinazione della donna rispetto all’uomo.

Da dove ripartire? Luciano Lupo, dirigente nazionale Siulp, invita a riflettere sul lessico che usiamo quotidianamente e sull’educazione sessuale e sentimentale delle nuove generazioni. Bisogna abituare, sin da bambini, ad avere rispetto della cosa pubblica e dell’Altro. Un lavoro di prevenzione che deve partire dalle figure materne e paterne, ma anche da tutti quegli educatori posti nelle istituzioni pubbliche.