VIDEO | Tra i cittadini di Bivona, Triparni e Longobardi rabbia e anche paura per scale e cornicioni pericolanti. In alcuni punti le transenne che li delimitavano sono state tolte per l'occasione, a rischio e pericolo dei visitatori (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Attualità
Cornicioni pericolanti, intonaci sgretolati. Una situazione di pericolo che aveva portato a delimitare la zona. Transenne che per la commemorazione dei defunti sono state rimosse: «Vengo tutti i giorni qui a trovare mia figlia», dice il padre di una giovane deceduta trent’anni fa. «Abbiamo inviato numerose segnalazioni al Comune di Vibo che ha limitato una parte del viale, ma oggi le transenne sono state tolte a rischio e pericolo degli ignari visitatori».
Anomalia rilevata anche da Mary Sorrentino, la mamma di Federica Monteleone, la sedicenne morta allo Jazzolino per un caso di malasanità. «Improvvisamente i nastri sono spariti. Una condizione che mette a repentaglio l’incolumità della tante persone che in questi giorni affollano il cimitero di Bivona», denuncia Mary. Ma non è l’unica nota dolente. Canneti e sterpaglie sono in ogni angolo. «Potevano rimuoverle almeno in questa ricorrenza, e invece sono ancora lì a fare bella mostra di sé», dice amareggiato un visitatore mentre indica le scale impraticabili ricoperte da erbacce e buche disseminate un po’ ovunque con avvallamenti che rendono pericoloso il transito e inaccessibili ai portatori di handicap.
Degrado al cimitero di Bivona
Al cimitero di Bivona regna il degrado anche nella ricorrenza dedicata ai cari estinti. I due custodi, fanno il possibile per mantenerlo decoroso, ma la pulizia straordinaria, compete al Comune. Come pure la messa in sicurezza dei cornicioni. Davanti alla tomba di suo figlio incontriamo Fulvio Mirile. È il papà di Leonardo, poliziotto e paracadutista deceduto durante un lancio nel 2009 in Sicilia. Da anni si batte per l’ampliamento del camposanto, alla luce della cronica carenza di posti. Ci indica lo scheletro di quello che avrebbe dovuto costituire un ampliamento della struttura, rimasta un’opera incompiuta: «Si tratta di 48 loculi situati nella zona vecchia del cimitero – spiega -. Mi auguro che almeno questa amministrazione possa attivarli». In questo cimitero i servizi igienici sono inesistenti. «Quando diciamo alle persone che non ci sono i bagni restano sorprese, ma purtroppo è così», ci confida il custode che aggiunge: «Io stesso ho chiesto al Comune di provvedere». In questo camposanto sono custodite le spoglie di 34 migranti morti in mare. Qualcuno non ha neppure un nome, altri solo la data di morte. Davanti a una delle nicchie un’unica margherita ormai appassita.
Strada dissesata a Triparni
Altro cimitero, stessa incuria. È il camposanto di Triparni, dove basta una pioggia per rendere la via d’accesso impraticabile. «Problemi che ci sono in tutti i paesi», minimizza Padre Angelo che ha appena terminato di celebrare la Santa messa.
La rabbia dei cittadini
Degrado e abbandono regnano anche a Longobardi, un’altra frazione di Vibo Valentia. La scala all’ingresso è arrugginita e pericolante. Il ferro è marcio. Un vecchio nastro adesivo ne impediva l’accesso, ma è stato strappato e tutti si avventurano su questa scalinata pericolante. Anche il viale è dissestato per via delle buche e degli avvallamenti. Il bagno c’è, ma la maniglia è rotta. E non mancano le infiltrazioni d’acqua come ci mostra un altro cittadino che più volte ha interpellato il Comune di Vibo Valentia senza mai ottenere risposta. «Sono cinque anni che scrivo, senza ottenere risposta. Fanno finta di non sentire e intanto la cappella dei miei genitori continua a marcire», chiosa con evidente amarezza.