«Una volta giunto nei nostri territori, il viaggiatore non trova però l’identità che cercava e che lo aveva portato a ricercare (soprattutto sul web) la destinazione turistica Calabria che aveva immaginato».

È quanto ha sostenuto Spartaco Pupo, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università della Calabria nel suo articolato intervento all’iniziativa intitolata Marcatori Identitari Distintivi e Reputazione Turistica Regionale – Narrazione e servizi per il destination management della Calabria, promosso da Confindustria, associazione Otto Torri sullo Jonio, Demoskopika, Ente Microcredito e Nostos – Marcatori Identitari per i turismi e svoltosi nei giorni scorsi a Cosenza.

«Questo che oggi anche l’indice Regional Tourism Reputation di Demoskopica rileva e purtroppo conferma con dati inequivocabili (con la nostra regione al quindicesimo posto a causa del differenziale tra buona reputazione iniziale e scarsa valutazione delle strutture ricettive) non è altro che l’esito di oltre settant’anni di genuflessione – afferma Pupo - anti-identitaria dominante insegnata nelle scuole e nelle università; di un’azione totalitaristica di decostruzione e distruzione di qualsiasi riconoscimento collettivo, messa in campo da una visione ideologica del mondo e dell’uomo che ha sempre processato senz’appello il concetto di identità come sinonimo di scarto, odio e razzismo; un vero e proprio disturbo psicologico, l’oicofobia, la paura di tutto ciò che è nostro, origine, radici, tradizione e locale, teorizzata dall’intellighenzia dominante ed  inculcata sin da piccoli, dalle agenzie educative, come complesso di inferiorità permanente, rispetto alla quale la debolezza storica della Calabria non ha retto».

«Da qui la necessità di avviare un indispensabile recupero della memoria storica, anche e soprattutto della storia della Calabria che va riscritta, perché i calabresi o non si conoscono o si vergognano di loro stessi. Da qui l’esigenza di spiegare l’identità non come una sclerosi o un campo minato, ma come fluida coerenza dell’essere che vince la prova del tempo, fatta di linguaggio, retaggio, tradizione, cultura etc. E da qui, quindi, il valore aggiunto dell’analisi dei Marcatori Identitari Distintivi (MID) in generale e, in particolare, così come definiti da Lenin Montesanto rispetto alla obbligata riscrittura di una narrazione emozionale, esperienziale e identitaria delle stesse politiche per i turismi che non dovrebbero quindi essere sganciate da quelle culturali. Da questo punto di vista l’attenzione senza precedenti dimostrata su questa prospettiva dalla Regione Calabria con l’assessore Fausto Orsomarso credo possa rappresentare un punto di non ritorno – conclude -, anche grazie alla valorizzazione del binomio cultura-turismo».

Coordinati da Raffaella Salamina, direttore de Il Giornale OFF, sono intervenuti anche Demetrio Metallo, presidente della Sezione Turismo di Unindustria Calabria; Antonello Rispoli, responsabile dell’Ente nazionale Microcredito Calabria; Albino Carli, direttore PPAS Consorzio Produttori Patate Associati Soc.Agr.Coop.; Fabrizio D'Agostino, Presidente di Federalberghi Calabria, Lenin Montesanto, consulente in comunicazione strategica & lobbying; Rosario Branda, direttore di Confindustria Cosenza e Raffaele Rio, presidente Demoskopika che ha presentato i risultati del Regional Tourism Reputation Index per il 2021, giunto al suo quinto anno consecutivo, costruito sulla base dei seguenti indicatori: visibilità e interesse dei portali turistici istituzionali regionali, loro social appeal presso gli stakeholder.

«È il Trentino Alto Adige – ha spiegato Rio – a confermare la sua prima posizione nella classifica generale, in quanto risulta essere la regione italiana che più di tutte dimostra di avere una maggiore reputazione turistica. Alla Basilicata va il primato del sistema ricettivo più apprezzato. La Calabria si piazza invece 15ma nella classifica generale. Posizione che discende – ha aggiunto – da una buona performance nella popolarità della destinazione, peggiorata purtroppo dai giudizi sulla valutazione del sistema ricettivo (ultima in classifica) e, in generale, dai rating ottenuti sui principali aggregatori dell’offerta turistica. L’emergenza pandemica – ha proseguito il presidente di Demoskopica – ha alimentato, come benzina sul fuoco, il profilo del turista-esigente, sempre più alla ricerca di una destinazione con un’offerta credibile».

«In questa direzione, la reputazione turistica di un territorio si nutre costantemente di un flusso continuo di informazioni, positive o negative, condivise principalmente sul web. Il turista reale o potenziale, non è più un soggetto passivo da bombardare con comunicazione, marketing e messaggi ma, al contrario, sceglie la destinazione – ha concluso Rio – in relazione al costante interesse esperienziale generato sulla rete dai visitatori».