Una marcia silenziosa per le vie di Melito Porto Salvo, cittadina reggina balzata tristemente agli onori della cronaca per le vicende di stupro emerse nei giorni scorsi. Una storia di abusi, omertà e orrori che hanno visto come protagonista una giovane del luogo, all’epoca dei fatti tredicenne. Per la vicenda, in manette ci sono finite nove persone. Tra le accuse: violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuale con minorenne, detenzione di materiale pedopornografico, violenza privata, atti persecutori, lesioni personali aggravate e di favoreggiamento personale.

 

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In merito anche il governatore Mario Oliverio ha annunciato nei giorni scorsi la volontà della Regione Calabria di costituirsi parte civile nel processo contro il branco che ha violentato ripetutamente per due anni la tredicenne di Melito Porto Salvo. Espressioni di forte condanna inoltre, sono giunte da più parti politiche nonché dalla Chiesa, tramite il contributo del vescovo Morosini.

 

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Il sostegno alla proposta del presidente Oliverio e alle iniziative future, è stato rimarcato tramite nota del Partito democratico calabrese che ha annunciato la presenza della segreteria regionale del partito, insieme al segretario regionale Ernesto Magorno, alla manifestazione in programma il 9 settembre: «Quel che è accaduto a Melito – continua il comunicato – interroga le nostre coscienze e impone a un partito nato nel solco di precisi valori di rispetto della persona, di tutela e protezione degli individui nelle loro fragilità, di mettere in campo ora e subito i necessari anticorpi, far sentire il peso della mano pubblica a partire dai luoghi in cui la logica mafiosa e dell'omertà hanno fatto in modo che nessuna istituzione democratica intervenisse in tempo. Avvertiamo anche l'urgenza di ringraziare la magistratura e le forze dell'ordine per aver portato a compimento una vera e propria missione di liberazione, in un contesto talmente difficile e compromesso. Quanto al Pd, in tutte le sue articolazioni di partito e istituzionali, agirà per fare in modo che i luoghi in cui la prevenzione e l'accoglienza delle donne vittima di violenza possano sviluppare a pieno la loro azione».

 

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