Un giardino con alberi di ogni tipologia realizzato attorno al primo monastero di clausura femminile del Sud Italia. Il vicesegretario della Federazione nazionale agricoltori: «La Calabria ha bisogno di queste letture capaci di mettere da parte fotografie e analisi spesso desolanti e negative»
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«Il Parco-Giardino ispirato alla Laudato sì (lettera enciclica datata 2015, ndr) di papa Francesco, che presto sorgerà nella montagna rossanese, attorno al primo monastero di clausura femminile del Sud Italia rappresenta sicuramente una di quelle belle e buone notizie che contribuiscono ad offrire della nostra terra una narrazione diversa dalle solite. La Calabria intera ha bisogno di queste letture capaci di mettere da parte fotografie e analisi spesso desolanti e negative alle quali siamo troppo spesso sottoposti ed assuefatti».
È con queste parole che Mario Smurra, vice segretario nazionale della Federazione nazionale agricoltori (FNA) commenta con soddisfazione l’approfondimento dedicato da Vatican News, testata giornalistica on line ufficiale della Città del Vaticano alla singolare esperienza delle monache agostiniane nella città di Corigliano-Rossano.
«Si tratta – dice – di una importante eco internazionale sulla nostra terra, generato dall’esempio singolare di vita e missione portato avanti dalle religiose che restituiscono storia, identità, valore ed anche prospettiva alle origini ed alla natura anche spirituale e mistica dei nostri territori.
Condividiamo il messaggio e le finalità sottese all’iniziativa – aggiunge – che vuole essere seme di speranza e cambiamento, uno stimolo a riconnettersi con l’Essenziale ma anche a promuovere, con diverse premesse e consapevolezze, percorsi di tutela dell’ambiente e della natura, di fruizione del verde e degli spazi aperti ed in generale una diversa concezione della stessa qualità della vita.
Alberi di ogni specie e dimensione, scelti nel rispetto della biodiversità e del contesto. Quello che sarà inaugurato nella prossima Primavera 2022 sarà un autentico Paradiso che possa suscitare in ogni visitatore una sensibilità profonda per la cura del Creato, ma che sia anche spazio di sosta, preghiera, dialogo, dove respirare l’ossigeno della fraternità e dell’inclusione, con tanto di ampi viali percorribili dalle persone disabili».