«L'uomo violento e possessivo non cambierà mai. Ho atteso 30 anni, ma non è mai successo. E quando ho deciso di lasciarlo mi ha sfigurato il volto con l'acido». Si rivolge alle donne che ancora non hanno trovato il coraggio di denunciare Filomena Lamberti. Sul suo volto i segni di quella brutale violenza. Una storia drammatica racchiusa nel libro "Un'altra vita". «Oggi - ammette - la mia vita è migliore nonostante le cicatrici che porto su tutto il corpo. Prima sopravvivevo, ora vivo. Ecco perché è meglio questa vita».

La donna è stata ospite dell'evento promosso dall'amministrazione comunale di Vibo Valentia che ha organizzato una due giorni di sensibilizzazione sul fenomeno della violenza sulle donne. Questa mattina l'incontro con gli studenti delle scuole superiori del Vibonese. Ieri invece l'incontro con le autorità istituzionali. Dal sottosegretario al Ministero dell’Interno Wanda Ferro collegata in video conferenza, al consigliere regionale Michele Comito, fino alla vicepresidente della giunta regionale Giusi Princi che ha illustrato le azioni intraprese dalla Regione Calabria per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne.

«Dagli incentivi per le imprese che assumono donne, a quelli per finanziare le case rifugio». A tal proposito il sindaco Maria Limardo ha annunciato la realizzazione a Vibo Valentia di due case di accoglienza per donne vittime di violenza che sorgeranno in altrettanti beni confiscati alla criminalità. Lo stesso primo cittadino ha ricordato il numero anti violenza e stalking, il 1522, uno sportello di ascolto e tutela attivo h24.

L'evento moderato dalla giornalista di LaC Tv Rossella Galati è proseguito stamattina. Presenti, tra gli altri, il questore Cristiano Tatarelli, il prefetto Paolo Giovanni Grieco, i comandanti provinciali della Guardia di finanza e dei Carabinieri e il procuratore Camilllo Falvo che ha parlato della resistenza culturale che ancora oggi impedisce alle donne di denunciare: «Abbiamo una legislazione all'avanguardia, ma dobbiamo insegnare ai ragazzi il rispetto per le donne. La repressione da sola non basta, il problema è culturale», ha concluso il procuratore capo di Vibo Valentia. Da qui l'invito della stessa Lamberti che ha invitato i giovani ad amare e a rispettare il prossimo.