Lo slogan può sembrare scontato ma riflette perfettamente lo stato delle cose. E non da oggi. Sulla scuola si investe, non si fa cassa.

La Uil ne ha fatto una battaglia da tempi non sospetti, di sicuro prima che il problema diventasse praticamente endemico. «In dieci anni, in Italia, sono state cancellate più di mille autonomie scolastiche e altrettante ne saranno soppresse nei prossimi anni, senza alcun vantaggio per alunni, famiglie e personale scolastico».

A commentare la situazione per il network LaC è Andrea Codispoti, responsabile Uil Scuola Rua Calabria, appena reduce da un vertice romano.

Distanze siderali e plessi al minimo

«Il dimensionamento scolastico ha colpito gravemente la Calabria - continua - con ben 71 scuole in meno per questo anno scolastico e altre 10 che spariranno nel prossimo. A ciò si aggiunge la miopia di una classe politica incapace di gestire l’offerta formativa in modo da rispondere ai reali fabbisogni formativi dei territori: sono stati creati istituti scolastici dalle dimensioni eccessive (con quasi 2000 alunni) e con plessi lontani anche 60 chilometri tra loro.

Dall’altra - continua Codispoti - ci sono scuole che raggiungono appena il numero di 200 alunni. Sono chiare le logiche che hanno portato a tali scelte e nulla hanno a che fare con il perseguimento del diritto allo studio degli alunni. Non è un caso che nell’elaborazione dei piani di dimensionamento provinciali non sono state coinvolte le organizzazioni sindacali del comparto scuola, che avrebbero potuto far evitare tali evidenti storture».

Dalla sede regionale di Lamezia Terme (Catanzaro) il responsabile calabrese del sindacato rappresentato da Maria Elena Senese tocca il nervo scoperto: «La denatalità colpisce soprattutto le regioni meridionali - dice il delegato Scuola-Ricerca-Università-Afam - con il rischio di chiusura di plessi scolastici o di creazione di pluriclassi.

È necessario allora ridurre il numero degli alunni per classe perché si potrebbero creare le condizioni oggettive per innalzare il livello qualitativo dell’azione didattica, in quanto i docenti potrebbero personalizzare i loro interventi educativi e aiutare gli alunni a raggiungere il successo scolastico».

Trasformare il problema in opportunità

Qui l’esperienza dell’Unione Italiana Lavoratori punterebbe a trasformare il problema della denatalità in una opportunità e non in una penalizzazione.
«Invece - aggiunge Codispoti - nella legge di bilancio c’è un taglio di quasi 6000 docenti e non viene prevista alcuna risorsa per la stabilizzazione di oltre 200.000 precari.

Da una parte si blocca la mobilità dei docenti e dall’altra si assiste al balletto degli incarichi annuali, e non si fa nulla per risolvere la mancanza di continuità didattica, che crea grave disagio agli alunni.

Non solo: per il prossimo anno scolastico è previsto un taglio netto del personale ATA, con quasi 3000 lavoratori in meno. In Calabria insomma - rifletta con amarezza il responsabile Uil - c’è il reale rischio che i dirigenti scolastici non possano garantire la regolare apertura dei plessi.

Gli alunni saranno costretti a frequentare scuole molto distanti dalle loro abitazioni, con un sistema viario dalle gravi criticità ed un trasporto pubblico locale estremamente deficitario e insufficiente a garantire la mobilità della popolazione studentesca.

Investire risorse nelle persone

La proposta Uil è lapalissiana: «Per innalzare il livello dell’apprendimento scolastico in Calabria - afferma Andrea Codispoti - bisogna investire nelle persone e valorizzare le professionalità presenti in tutte le scuole, aumentando in modo considerevole le risorse finanziarie destinate a realizzare il diritto allo studio. Altrimenti, come si diceva in premessa, si finisce col fare cassa, senza investire nella base della nostra civiltà e cultura, quella della conoscenza di base dei nostri ragazzi».