Il segretario dem della provincia pitagorica ringrazia Irto e spiega il motivo della sua rabbia: «Qui facciamo le barricate contro il primo cittadino e il gruppo regionale lo invita ai dibattiti. Serve un maggior ascolto dei territori»
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Alla fine è tutto rientrato. L’iniziativa del gruppo regionale sul dimensionamento scolastico che aveva creato polemiche e malumori nel Pd è stata rinviata. È lo stesso segretario provinciale di Crotone, Leo Barberio, che lo scrive sui social chiedendo scusa a tutti per aver utilizzato dei toni un po’ accesi.
Barberio, ma perché si era arrabbiato così tanto?
«Perché Voce gioca con due mazzi di carte in mano. Non credo di rivelare niente di inedito quando dico che è sostenuto da pezzi di Forza Italia e recentemente anche i tanti orfani di Enzo Sculco hanno trovato riparo sotto di lui. Prova ne è che l’uomo forte di Sculco non solo è appena passato in maggioranza ma è stato anche delegato ai rapporti con la frazione di Papanice».
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Non mi pare però che la situazione a Catanzaro sia diversa e nel cartellone c’è anche Fiorita….
«Non è così. A Catanzaro i nostri rappresentanti sono in giunta e fanno parte della maggioranza. A Crotone il responsabile di questo sfacelo è il consigliere regionale Franco Iacucci che qui a Crotone è stato commissario e non è nemmeno riuscito a presentare una lista alle amministrative. Il risultato è stato che gli uomini e le donne del Pd si sono presentati in ordine sparso in varie liste civiche e solo uno è stato eletto, ma è in opposizione a Voce».
Ma lei perché si preoccupa di un'iniziativa che si doveva tenere a Cosenza?
«Mi preoccupo di quello che succede nel partito. Guardi che non è la prima volta che faccio saltare una iniziativa del Pd, anzi è la terza. Già a Catanzaro ne era stata organizzata una sul federalismo e l’autonomia differenziata e io mi sono messo di traverso perché mi sembrava assurdo partecipare ad una iniziativa che veniva conclusa da Voce. Poi perché il gruppo regionale mi pare stia esagerando: a Cosenza non parla con Pecoraro, organizza iniziative senza coinvolgere i territori. Allora se vogliono un partito in mano a commissari mandati dal nazionale e da consiglieri regionali che una volta presi i voti pensano più al rapporto con Roma che con i territori allora dico che la rinascita del Pd non ci potrà mai essere».
Ma perché ha espresso questa rabbia pubblicamente, sui social, e non ha lavato i panni sporchi in famiglia? Lei stesso oggi chiede scusa per i toni che ha usato…
«Obiettivamente mi sono fatto prendere dalla rabbia e quindi chiedo scusa per i toni. Ma lei deve capire che avevo il telefonino rosso per le tante telefonate di compagni che si lamentavano della presenza di Voce e di un gruppo regionale che non ascolta nessuno e già non funziona di suo. Quindi ho sbagliato nei toni, ma non nei contenuti, non mi pento di nulla».
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C’è chi dice invece che lei sia manovrato da Cosenza contro Iacucci e Bevacqua…
«Guardi io non sono un novizio della politica, sono figlio d’arte. Mio padre quando nacqui mise sulla mia culla la prima pagina dell’Unità con la foto della Quercia con sotto falce e martello. Quindi le risponderò come faceva mio padre quando gli chiedevano a quale corrente appartenesse: sono una ditta individuale. Poi le aggiungo che quando ero vicesindaco del mio piccolo paese mi davano in quota Nicodemo Oliverio, quando sono andato a lavorare in Regione ero sotto Scalzo, alle politiche mi hanno accusato di essere Stumpiano. Io penso solo al partito. Non rinnego la mia amicizia con Carlo Guccione o con Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio. Lo stesso con Nicola Irto con cui ci siamo incrociati sin dai tempi delle giovanili e con cui ho un rapporto bellissimo. Le correnti non mi interessano, mi interessa il partito e ogni volta prendo le mie decisioni nell’interesse del Pd».
Mi dica allora come si è risolta la vicenda…
È intervenuto subito il segretario Irto che ha capito e compreso le nostre ragioni. Grazie a lui abbiamo avuto subito una interlocuzione anche con il responsabile dell’organizzazione nazionale Giuseppe Peta e grazie anche all’intervento di Ernesto Alecci si è trovata la soluzione. Abbiamo deciso di rinviare l’iniziativa e di far partecipare solo esponenti di partito».
È stata convocata anche una riunione a Roma…
«Quella è altra cosa o almeno io non sono stato convocato per cui non so darle dettagli».
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Vittoria su tutta la linea quindi… e per il futuro cosa si augura?
«Ho chiesto a Peta di organizzare un confronto fra i segretari di federazione e i consiglieri regionali che devono mettersi a servizio dei territori che sono i luoghi dove hanno preso i voti, questo per elaborare una visione alternativa di Calabria al centrodestra e poi devono stare vicini agli iscritti più giovani e guidarli con la loro esperienza. Se vogliono essere autoreferenziali credo che non andranno lontano loro e non crescerà nemmeno il partito».