Una possibilità che potrebbe contribuire a creare grandi cambiamenti a Reggio Calabria e nella sua provincia. La nascita della facoltà di Medicina e chirurgia alla "Mediterranea", ipotizzata da Comune e Città metropolitana di Reggio, in queste ore sembra aver incontrato il favore della società civile. Nemmeno un parere contrario si è levato. Certo gli interrogativi sulle modalità di realizzazione al momento sono tanti. Una scelta che i due enti istituzionali rivendicano così come pensata dal consigliere metropolitano Gianni Latella.

Percorso in embrione

Paolo Brunetti, sindaco facente funzioni di Reggio, evidenzia che «prima di portare in Consiglio metropolitano la proposta di costituzione di una facoltà di Medicina, il consigliere Latella ha reso partecipi tutti gli enti che poi siederanno a questo tavolo di lavoro, ricevendo feedback positivi. Un percorso ancora embrionale ma accolto di buon grado. Si dovrà poi individuare una sede fisica in cui istituire la facoltà. Il nostro polo non confligge con quello delle altre province: in altre realtà italiane, Emilia Romagna e Lombardia, ci sono più e più sedi della facoltà di Medicina all'interno della stessa area. Poi si potrà ragionare su facoltà che possano individuare settori specialistici di medicina. Un'occasione per non far partire i giovani e creare qui le professionalità che servono». Infine, rimarca Brunetti, «è un'idea che ben si concilia in questo momento con la necessità regionale di avere nuovi medici».

Le ricadute sul territorio

Posti di lavoro, riavvicinamento delle eccellenze in materia, miglioramento dei poli sanitari esistenti. Sono tante le ricadute positive sul territorio, come spiega Carmelo Versace, sindaco della Città metropolitana.
«Sarebbero importantissime. Basti pensare che anche il presidente dell'Associazione nazionale medici si è espresso positivamente, non solo sulla facoltà di Medicina a Cosenza, dove l'iter si sta concludendo, ma anche sulla possibilità di poterla attivare a Reggio. E poi si pensi all'ampliamento del Grande ospedale metropolitano e la possibilità di avere un Pronto soccorso adeguato alle esigenze del territorio metropolitano. Oggi è l'unico che serve questa parte del territorio».

A parere del sindaco di Metrocity si aggiungono anche le ricadute in termini sociali e di lavoro. «Nonostante i 12 anni di commissariamento, i nostri medici più importanti si sono formati a Catanzaro o Messina e purtroppo sono andati a lavorare altrove, nei grandi ospedali nazionali. Un loro ritorno potrebbe essere più entusiasmante».

A proposito della presenza di diversi poli di Medicina in Calabria, Versace, è della stessa idea del collega del Comune e chiarisce: «Non ci siamo iscritti al coro dei no, siamo "pro", perché la facoltà di medicina a Cosenza può avere delle ricadute sul territorio calabrese, ma ci piacerebbe che sulle richieste che verranno fatte anche dal nostro ateneo, anche per aprire altri corsi, che ci sia la stessa attenzione che c'è stata nel Cosentino».