L'invito a immunizzarsi del vicecapo della Protezione civile nazionale ospite della seconda puntata del format andato in onda su LaC. Ecco L'INTERVISTA INTEGRALE
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La Protezione civile gioca un ruolo di primo piano in tutte le emergenze che affliggono il Paese: incendi, alluvioni, terremoti e la sua azione si è rivelata fondamentale durante la pandemia. Immacolata Postiglione, vicecapo della Prociv, intervistata da Paola Bottero nel corso de LaCapitale Vis a Vis, ha spiegato il ruolo strategico assunto dal suo dipartimento negli ultimi due anni segnati dal Covid.
Un lavoro innanzitutto di coordinamento: «Il sistema è composto da tante strutture, pubbliche, private, associazioni di volontariato, enti no profit, e proprio la regia di queste strutture è la Pc. Il dipartimento di cui faccio parte ha cercato di mettere a sistema tutti quelli che potevano dare un contributo. Dalla Croce Rossa alle grandi organizzazioni con finalità socio sanitaria come l’Anpas ma anche associazioni che non avevano nel dna l’assistenza sanitaria si sono sapute riorganizzare e adattarsi ai nuovi bisogni».
Il contributo più visibile offerto durante l’emergenza è stata la creazione degli hub vaccinali: «Sono nati dal nulla, non è stato facile. Sono state individuate strutture apposite fatte in maniera tale da poter ospitare medici, infermieri, apparecchiature. È stata una macchina complessa e noi siamo molto felici che i nostri concittadini abbiano visto nel lavoro fatto qualcosa di cui fidarsi e a cui a affidarsi».
Postiglione ha poi invitato alla vaccinazione perché «significa fare prevenzione, difendere noi e gli altri e fare un percorso per il bene comune». Quanto più un’emergenza è complessa «quanto più è importante che una comunità si fidi delle istituzioni. Il tema delle vaccinazioni è legato alla fiducia nella scienza e alla fiducia delle istituzioni».
Laureata in Geologia e specializzata in Geofisica e Vulcanologia, Immacolata Postiglione, detta Titti sin dalla nascita, durante l’intervista ha ricordato il sisma del 1980 in Irpiniaspiegando come quell’evento abbia influenzato la sua vocazione professionale: «Il terremoto è giusto che faccia paura ma bisogna pensarci in tempo di pace, fare prevenzione. In questo senso quell’esperienza ha condizionato il mio approccio alla Protezione civile e alla sicurezza in generale».
Fare programmazione è la chiave per affrontare le emergenze. Reduci da un’estatedi incendi boschivi «già nel primo autunno ci siamo trovati a dover parlare di alluvioni, maltempo, trombe d’aria e grandinate, tutti fenomeni che hanno impatti locali o in area vasta di cui ci dobbiamo occupare. Lo sforzo che si deve fare quando si lavora in emergenza è con un occhio guardare a quello che sta succedendo e con l’altro proiettarsi nel futuro». La gestione attuale vede la Pc civile su più fronti e tra questi l’emergenza vulcanica: «Abbiamo ben 4 vulcani, tutti in un livello di allerta giallo».
Per fronteggiare tutte le calamità c’è bisogno di programmazione ma anche di fondi. 1,2 miliardi di euro verranno dal Pnrr e saranno investiti nella riduzione del rischio in territori colpiti da emergenza «un’attività importante di prevenzione che faremo in tutte le regioni italiane, con 800 milioni per interventi nuovi di messa in sicurezza del Paese». Altri investimenti proverranno dai Pon: «Abbiamo chiuso 7 anni della prima programmazione e ci apprestiamo a nuovi 7 anni da programmare assieme alle regioni». Fondamentale, ai fini della prevenzione, «le campagne di comunicazione importantissime per i nostri cittadini».