Una dimensione di pace, serenità ma soprattutto di umiltà per riflettere meglio sui valori della vita. La storia di Sant’Umile da Bisignano e i luoghi di culto nel territorio della media valle del Crati riportano quasi alla semplicità di un tempo, avendo una valenza praticamente universale.

Che si seguano i precetti della fede o discostandosi dai dogmi religiosi, quella di Sant’Umile è una delle vicende più affascinanti nella storia della Calabria, un elemento che si rispecchia anche nei luoghi di culto dedicati.

Dalla casa natìa nel quartiere di San Pietro, passando per la grotta, il santuario e gli altri luoghi di culto, Sant’Umile è una presenza discreta e che porta a una sorta di pace interiore per quanti, in queste ore, stanno approfittando delle festività pasquali per riscoprire questa figura a Bisignano.

Il “frate estatico” è un esempio di forte riferimento, un illuminato di Dio che partì dalla fede maturata sin dai suoi primi anni di vita per arrivare ad essere il consigliere di due pontefici, Gregorio XV e Urbano VIII. Un esempio, quindi, di carità cristiana e di amore verso il prossimo, un santo che ha dato la sua vita a Dio.

Bisignano, terra di un Santo da riscoprire

La figura di frate Umile ha accompagnato la storia della cittadina cratense, quasi diventando da ponte per le varie generazioni. Divenne beato il 29 gennaio 1882 per mano di papa Leone XVII e fu canonizzato ufficialmente il 19 maggio 2002 da papa Giovanni II. Migliaia furono i fedeli che invasero pacificamente Roma, altri ancora arrivarono al luogo di culto bisignanese con le lacrime agli occhi per la realizzazione di un sogno.

Una santità che ancora oggi affascina e quasi lascia increduli gli stessi bisignanesi, non è raro sentire una preghiera rivolta al biatumulu, una forza dell’abitudine linguistica che di certo non depotenzia le opere e i miracoli compiuti dal santo cratense.

Ritrovarsi così nei pressi dei luoghi di culto sta diventando così una piacevole abitudine, una riscoperta importante dopo anni di incertezze che portarono a una dimensione del tutto particolare, non potendo contare pienamente su tutti i posti di preghiera e devozione.

La riapertura del Santuario nel 2023

Passarono ben tredici e mezzo prima di poter ritrovare il luogo di culto bisignanese. Un paradosso tutto italiano, ma che sottolineò come forse l’argomento era stato fin troppo sottovalutato. Tutto partì dal giorno di san Valentino del 2010, quando una frana provocò uno smottamento esterno che portò a una parziale chiusura e allo spostamento di tutte le funzioni all’interno del chiostro. Con una sorta di complesso al 50%, i bisignanesi e i fedeli hanno avuto anni difficili, nel vedere – anno dopo anno – la situazione di stasi.

I proclami non sono mancati, le vetrine nemmeno, fin quanto non si ripartì concretamente con i lavori e si arrivò alla fine degli stessi con un restyling funzionale e completo, consentendo alle nuove generazioni di poter vedere e ammirare, in alcuni casi per la prima volta, la struttura nella sua interezza.

Due estati fa, precisamente il 22 luglio 2023, arrivò così il momento della riapertura totale con una grande celebrazione all’interno e all’esterno della struttura, come ribadito nel discorso del sindaco di Bisignano, Francesco Fucile: «Non è stato un caso come la riapertura al culto della chiesa avvenne in un particolare periodo di grazia che la nostra comunità ha vissuto: la ricorrenza degli ottocento anni della fondazione di questo Convento. L’evento, assai significativo per la nostra comunità, è più straordinario perché si incastona in un periodo di quattro anni, dal 2023 al 2026, che sarà ricordato nella storia della famiglia del santo di Assisi come unico Centenario Francescano, perché comprende alcune tappe fondamentali dell’esperienza di San Francesco d’Assisi e della prima comunità francescana».

Altri progetti sono in itinere per valorizzare la figura del Santo, altri ancora sono stati misteriosamente accantonati: il rilancio di Sant’Umile passerà anche dal diventare umili, nel vero senso della parola.