L'accordo prevede che i comuni firmatari di Castrovillari, Frascineto, Cassano all'Ionio, Civita, Mormanno, Acquaformosa, San Basile e San Lorenzo Bellizzi si impegnino per organizzare manifestazioni congiunte nelle date del 25 aprile e 2 giugno per ribadire il principio antifascista della Costituzione
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«Proprio in questo momento storico, oggi più che mai, bisogna difendere i valori di libertà contenuti nella Costituzione». Sta nelle parole di Antonino Mungo, vicesindaco di Cassano allo Ionio delegato da Gianni Papasso, il senso della firma di un protocollo antifascista avvenuta ieri pomeriggio a Castrovillari. Otto comuni del Cosentino hanno sottoscritto un’intesa con l’Anpi dall’alto valore politico e in un contesto storico dove il governo del paese è sbilanciato a destra come mai era accaduto nella storia repubblicana dell’Italia. La ratifica è avvenuta dinanzi ai rappresentanti istituzionali di Castrovillari, Frascineto, Cassano all'Ionio, Civita, Mormanno, Acquaformosa, San Basile e San Lorenzo Bellizzi.
Il Protocollo, è stato spiegato, prevede che i comuni firmatari si impegnino per organizzare manifestazioni congiunte nelle date del 25 aprile e 2 giugno per ribadire il principio antifascista della Costituzione. «Noi crediamo in questi valori e ci siamo impegnati ad alimentarli quotidianamente con azioni positive» hanno commentato i rappresentanti dei singoli municipi sottolineando anche gli errori fatti dal Governo su vicende come quelle di Cutro, dell'Autonomia differenziata e sulla bocciatura del regolamento dell'Unione Europea sui figli.
Il primo cittadino di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, ha pubblicato la foto della firma rimarcando come «a settantacinque anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione non possiamo dimenticare che la nostra non è un carta qualunque che costruisce un nuovo modello di Stato ma, invece, è la risposta forte al ventennio fascista, al riconoscimento, come fondamentali, di quei principi di civiltà e solidarietà che sono costati morti e conflitti».
Una presa di posizione netta, come la scelta di campo effettuata. «Il tempo che trascorre - ha aggiunto - deve servire a migliorare il senso di comunità, deve garantire i nuovi diritti ad una società sempre più complessa, deve rendere sempre più effettivo il diritto alla diversità, deve tutelare il più debole, ma non dovrà mai scolorire il ricordo del perché il nostro paese nasce sui valori dell’antifascismo. Dimenticare favorisce il rischio, crescente, che sopraffazione, riduzione delle nostre libertà, aumento delle disuguaglianze sociali diventino sistema».
La motivazione che ha supportato l’adesione al Protocollo con l’Anpi erano gli scopi statutari dell’associazione. Vale a dire riunire in associazione tutti coloro che hanno partecipato con azione personale diretta, alla guerra partigiana contro il nazifascismo, per la liberazione d’Italia, e tutti coloro che, lottando contro i nazifascisti, hanno contribuito a ridare al nostro paese la libertà e a favorire un regime di democrazia, al fine di impedire il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo.
Ma anche valorizzare in campo nazionale ed internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani e degli antifascisti, glorificare i Caduti e perpetuarne la memoria; far valere e difendere il diritto acquisito dei partigiani di partecipare allo sviluppo morale e materiale del Paese; tutelare l’onore e il nome partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione; mantenere vincoli di fratellanza tra partigiani italiani e partigiani di altri Paesi.