«Al procuratore Nicola Gratteri e al sostituto procuratore Vincenzo Luberto va riconosciuto il merito di aver scoperchiato ed infranto il sistema mafioso che utilizzava le attività di accoglienza dei migranti come opportunità per arricchimenti illeciti e per procacciare pesanti finanziamenti della 'bacinella' di una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta». E’ questa la sintesi della nota inviata alla stampa dalla parlamentare Vincenza Bruno Bossio.

«La Procura distrettuale di Catanzaro ha portato alla luce ciò che da tempo era noto a tutti. Nel Cara di Isola Capo Rizzuto venivano negati, calpestati e violentati elementari e basilari diritti umani per favorire lauti affari mafiosi.  L'indagine della Procura di Catanzaro ha, prima di tutto, abbattuto un impenetrabile muro di omertà che per lunghi anni ha consentito al sistema messo in piedi attraverso 'le Misericordie' di consolidarsi e divenire pervasivo. Fino ad oggi – precisa - si è preferito non vedere, non sentire e non parlare».

«Il confine tra omertà e complicità e' divenuto sempre più labile tra la gestione del CARA e ampi settori della realtà circostante. Sono stati numerosi e molteplici i 'suggerimenti' e i 'consigli' alla cautela cui io stessa sono stata destinataria». «Del resto, è stata sufficiente una ordinaria interpellanza parlamentare per ricevere dal sig. Leonardo Sacco insulti sul web e querela in tribunale. Lo stesso Sacco che oggi è stato arrestato come uno dei protagonisti principali dei crimini odiosi quotidianamente perpetrati a danno di gente inerme. Anche per una certa "società perbenista" crotonese e calabrese il problema era costituito dalle iniziative di denuncia e non dalla evidente, triste realtà che si svolgeva sotto gli occhi di tutti. 

Chi ha inteso dunque, dolosamente, coprirsi gli occhi con il prosciutto non poteva non conoscere quanto ho potuto rilevare nel corso delle visite ispettive parlamentari all'interno del centro migranti». «È, per questo, molto forte il sospetto che tutto quello che ci raccontano oggi i magistrati di Catanzaro, potesse accadere solo con la complicità di estese e pesanti coperture.

Tutti sapevano che questa orribile vicenda si è svolta tra cerimonie di battesimi di 'ndrangheta e manifestazioni politiche con foto e strette di mano. Intorno ad Isola Capo Rizzuto si esibivano amicizie politiche trasversali con il chiaro intento di impaludare e criminalizzare ogni tentativo di denuncia e di contrasto di questa drammatica realtà. Il fatto che l'indagine odierna abbia svelato questo sistema fa oggi ben sperare che vengano finalmente individuate e colpite omissioni, coperture e complicità che non possono che essere annidate nei gangli principali del sistema autorizzativo e concessorio delle diverse articolazioni istituzionali».

«Sono fiduciosa e certa – conclude - che ciò avverrà non solo per la competenza, la professionalità e la determinazione dei magistrati inquirenti ma anche perché, non è banale sottolinearlo, oggi al Ministero degli Interni si respira aria nuova e pulita».