Vincenzo Chindamo intervistato da LaC commenta l'atroce esecuzione della sorella Maria, uccisa e data in pasto ai maiali: «Eravamo sicuri che prima o poi avremmo saputo la verità»
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«Eravamo sicuri che prima o poi avremmo saputo la verità. Questo è uno dei passi più importanti, sappiamo delle cose, mi auguro in modo certo». Vincenzo Chindamo, fratello di Maria Chindamo, l’imprenditrice di 42 anni scomparsa nel 2016 a Limbadi, nel Vibonese, commenta ai nostri microfoni i dettagli emersi dall’inchiesta Maestrale-Cartagho. In base alle indagini, la donna sarebbe stata uccisa e il suo cadavere dato in pasto ai maiali. I resti, poi, sarebbero stati triturati con un trattore cingolato. Accusato di concorso nell'omicidio, sulla base delle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, è Salvatore Ascone, di 57 anni, arrestato nel blitz scattato all’alba di ieri.
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Il fratello Vincenzo aggiunge: «Non siamo felici di quello che è successo, ci mette un dito nella piaga, ci carica di dolore, tristezza e rabbia. Gli stessi sentimenti che ci hanno dato la forza di chiedere la verità e la giustizia che ora ci è stata donata. Ho pensato subito ai miei nipoti, a mia mamma, a un territorio intero del quale ho sentito in questi 7 anni, la solidarietà, l’affetto e l'abbraccio. Oggi – conclude - si respira il profumo della giustizia».