I minori a rischio rappresentano una questione di fondamentale importanza e urgenza. A Reggio Calabria, come in molte altre realtà italiane, il fenomeno del disagio giovanile è un argomento di crescente preoccupazione, che richiede un'analisi approfondita e soluzioni concrete. Per discuterne, abbiamo avuto il piacere di confrontarci nel nostro format A Tu per Tu con l'avvocato Pasquale Cananzi, esperto di diritto di famiglia e responsabile scientifico della Camera Minorile.

Minori a rischio: una sottile linea di demarcazione

Il concetto di "minori a rischio" si riferisce a quei giovani che, per vari motivi, si trovano in situazioni di vulnerabilità. Questa vulnerabilità può derivare da condizioni socio-economiche sfavorevoli, disagi familiari o mancanza di opportunità educative e di integrazione sociale. Secondo l'avvocato Cananzi, è fondamentale riconoscere che molti di questi ragazzi non scelgono di vivere tali situazioni, ma vi si trovano coinvolti a causa di circostanze al di fuori del loro controllo.

La responsabilità genitoriale

Il diritto di famiglia gioca un ruolo cruciale nella protezione dei minori. Spesso, il disagio giovanile è il riflesso di problematiche più ampie all'interno del nucleo familiare. La responsabilità genitoriale, quindi, è un tema centrale nel dibattito. «I genitori hanno il dovere di guardare ai bisogni dei figli», sottolinea Cananzi. Tuttavia, non sempre sono in grado di farlo, a causa di difficoltà economiche, problemi di salute mentale o disfunzioni relazionali.

Le istituzioni, in questo contesto, non possono rimanere inerti. È fondamentale che i servizi sociali e le istituzioni educative collaborino attivamente con le famiglie a rischio, creando reti di supporto adeguate. La prevenzione è la chiave per evitare che i minori si ritrovino, successivamente, involti in episodi di microcriminalità.

Disagio giovanile e microcriminalità

Un tema particolarmente delicato è quello della microcriminalità giovanile. Reggio Calabria, come molte altre città italiane, ha registrato un aumento di episodi di violenza e rabbia inaudite che spesso lasciano emergere delle difficoltà di gestione delle emozioni. Questi comportamenti sono spesso sintomatici di una ricerca di identità, di approvazione sociale o di una risposta a situazioni di disagio. «La microcriminalità è un grido di aiuto - afferma Cananzi -. Dietro ogni atto del genere, ci sono storie di malessere e solitudine».

La risposta a questo fenomeno deve essere multidisciplinare. È cruciale coinvolgere non solo il sistema giuridico, ma anche esperti di educazione, psicologia e sociologia. L’adozione di misure alternative e di percorsi di recupero può fare la differenza nella vita di un giovane.

L'avvocato Pasquale Cananzi invita tutti a riflettere sul ruolo di ciascuno di noi in questo processo. Solo attraverso un lavoro collaborativo possiamo sperare di costruire un futuro migliore per i nostri giovani e per la società intera.