Bullismo e cyberbullismo, prevenzione e sensibilizzazione nell’ambito della IX^ edizione di “Una vita da social” la Campagna educativa itinerante della Polizia di Stato. Un Tour di 73 tappe sul territorio nazionale sui temi dei social network e del cyberbullismo: 1 ragazzo su 3 ha un profilo fake sui social, 5 ragazzi su 6 controllano sempre chi mette like ai loro post, 1 minore su 2 è vittima di violenze ed il dato è in netta crescita per i giovanissimi.

Sono gli ultimi dati, su scala nazionale, resi noti dalla Polizia di Stato che continua il viaggio del mondo della scuola: ben 2 milioni e 600mila studenti hanno avuto modo di essere informati sul cyberbullismo, 220.000 genitori, 125.000 insegnanti per un totale di 18.500 Istituti scolastici e oltre 350 città sul territorio, una pagina facebook con 132.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online. Al centro i rischi e i pericoli della rete per i minori, i reati a cui si va incontro di cui si ha poca consapevolezza, le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie

Tappa a Corigliano Rossano

Tre le tappe previste in Calabria: Tropea, Reggio Calabria e, questa mattina, Corigliano Rossano (in Piazza B. Le Fosse) dove ha sostato il truck della polizia postale, allestito con un’aula didattica multimediale. Gli specialisti della polizia postale hanno incontrato studenti e insegnanti sui temi della sicurezza online. Sotto osservazione i pericoli del web, gli atteggiamenti ingannevoli posti in essere da soggetti che, spesso, si nascondono inutilmente dietro l’anonimato. Il 28% dichiara di avere un profilo falso oltre a quello “ufficiale”, mentre il 5% è presente ma solo con un fake. L’obiettivo è conoscere gente nuova senza esporsi troppo online (26%), oppure per controllare i propri amici senza che loro lo sappiano (21%) nonché per controllare tutti quelli da cui sono stati bloccati (20%).

Non manca chi ricorre ai fake per controllare il proprio partner (10%) o chi cerca di sfuggire dal controllo dei propri genitori (il 4%). C’è invece chi vive per i like. Per 1 su 3, un contenuto che genera poche interazioni ha un effetto negativo sull’umore. Mentre il 40%, più o meno sporadicamente, è disposto a cancellare un contenuto dalle scarse performance. Attraverso  la guerra dei like si costruiscono amicizie e rapporti personali: solo il 56% è disposto a dare un giudizio positivo ad un contenuto postato da una persona che in genere non ricambia.

Sul posto, questa mattina, l’assessore alla Cultura Alessia Alboresi, il presidente del Consiglio comunale Marinella Grilla, il dirigente del commissariato di pubblica sicurezza di Corigliano Rossano Cataldo Pignataro, l’ispettore della Polizia postale di Cosenza Fabio Ferraro. «Ho da subito promosso i temi legati all'iniziativa della Polizia di Stato, ha affermato l'assessore Alboresi, è fondamentale agire per tentare di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione in merito all’uso della “parola”». 

Il progetto “Io non bullo”

La manifestazione è stata anche l'occasione per presentare il bando della borsa di studio del progetto "Io non bullo" dell’Associazione Mani in Alto presieduta dall’avvocato Patrizia Straface, tra i soggetti promotori unitamente alla camera civile degli avvocati di Castrovillari. Si tratta di iniziative laboratoriali, di formazione, di implementazione di contenuti multimediali finalizzati alla diffusione delle buone pratiche della convivenza civile dirette ad incentivare i giovani alla partecipazione di dibattiti sulle tematiche oggetto delle attività. Possono partecipare tutti i ragazzi di età compresa tra gli 11 ed i 20 anni, individualmente o in gruppo.

La presidente Straface ha sottolineato l’importanza del progetto  in materia di consapevolezze dei minori circa la possibilità di incorrere in reati anche gravi. Quindi la necessità di conoscere il quadro normativo in materia di privacy e del consenso: «I ragazzi, purtroppo, pensano che essendo minorenni non sia perseguibili penalmente o siano esenti da responsabilità», osserva la Straface. Spesso basta una semplice “condivisione” di una immagine di un minore senza l’autorizzazione o il consenso dell’interessato per essere corresponsabili. Tanti gli aspetti che occorre affrontare a tutela dei tanti ragazzi vittime di bullismo. Soggetti sensibili e appetibili ai mostri della rete sono le adolescenti spesso adescate anche da adulti.
L’ispettore Ferraro ha sottolineato come i casi di cyberbullismo rispetto allo scorso anno in provincia di Cosenza siano raddoppiati, ma ha anche confermato come la pandemia abbia contribuito ad accentuare i casi. Nella Sibaritide e nella città di Corigliano Rossano i dati sono meno preoccupanti poiché esiste una importante realtà sociale in cui si fa rete. Per alcune tipologie di reato sui minori si lavora anche oltre confine, ed ottimi si rivelano le relazioni e le forme di collaborazione con l’intelligence internazionale al fine di individuare e perseguire i soggetti che concorrono alla diffusione di contenuti ed atti che richiamano più livelli di responsabilità estesi a Stati esteri.