Non c’era il patrocinio della Regione, ma c’erano 40mila persone in festa, colorate e agguerrite. Perché il Pride è festa, ma anche militanza, è musica, piume e paillettes, ma è pure rivendicazione.

Quest’anno lo è stato anche di più e non è un caso che il tema sia la Resistenza. Contro il governo di centrodestra e le sue politiche in tema di diritti civili, a cominciare dalla decisione di impedire il riconoscimento dei figli delle coppie gay e, da qualche giorno, anche contro la Regione.

Come ogni anno, infatti, la Regione Lazio aveva dato il patrocinio alla manifestazione, salvo poi ritirarlo dopo aver subito le pressioni dei gruppi Pro-Vita, che sostengono, e hanno sostenuto in campagna elettorale, il neogovernatore di centrodestra Francesco Rocca. La Regione ha provato a difendere la sua scelta tirando in ballo il solito utero in affitto, per poi mettere una pezza che è peggio del buco: «Ridaremo il patrocinio se chiederanno scusa».

«Scusa? Forse è Rocca che deve chiedere scusa a tutte le persone che sono qui, che pagano le tasse e non hanno gli stessi diritti degli altri. É Rocca che deve chiedere scusa» ha detto Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico e padre del famoso ddl contro le discriminazioni.

«Un governo che ora prova a sanzionare i bambini» dice l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola «come quando c’erano i bambini legittimi e quelli illegittimi, nati al di fuori del matrimonio, che non avevano gli stessi diritti di quelli nati nel matrimonio. Una divisione odiosa e medievale. É questo che vogliono fare e del resto sono di lunga tradizione omofobica, sono in malafede, sfruttano l’ignoranza e cercano di portare all’indietro le lancette dell’orologio. Questa piazza è la loro risposta».

l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola

Al Roma Pride c’era anche la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi: «La Regione ha negato il patrocinio, ma ci sono i parlamentari, c’è il Comune. Le istituzioni che riconoscono questi cittadini come uguali agli altri sono qui» ha detto Boschi «Questa comunità ha dei diritti, non sono cittadini di serie b, non esistono progetti di vita e di coppia che valgano meno di quelli degli altri. La gestazione per altri? Io non sono favorevole, ma il reato universale che vuole introdurre la maggioranza non ha senso, io non lo voteró. Con questo governo purtroppo sarà difficilissimo portare avanti passi in avanti per i diritti».

«Il pride non ha bisogno del patrocinio della Regione, perché per fortuna la Costituzione garantisce il diritto di libera manifestazione a tutti» dice ancora Alessandro Zan «Ma le istituzioni non sono di proprietà di qualcuno, per questo il patrocinio è un gesto importante. La cosa grave è che sia stato dato e poi ritirato perché è arrivato un diktat dall’alto e Rocca ha obbedito invece di prendere una decisione da solo». 

Il pride può fare a meno del patrocinio della Regione, la regione no. Perché le rivendicazioni del pride non hanno bisogno di validazione politica, ma la politica ha un dovere. Garantire gli stessi diritti a tutti i cittadini. Sostenerli tutti, ma un po' di più quelli che vengono continuamente maltrattati, umiliati e derisi da quella parte di società che non accetta il cambiamento e non manifesta mai per ottenere qualcosa, ma sempre per negare qualcosa a qualcuno, perché quel qualcuno non venga mai equiparato a loro. Perché restino sempre un passo indietro. Il patrocinio è questo, è dire: "sono qui per difendere anche te".