Secondo uno studio di Kyoto Club, Lipu e Wwf il via del Parlamento non cancella le potenziali conseguenze nefaste dell'opera: costi esorbitanti, poca sicurezza, scarsa occupazione
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Il Ponte sullo Stretto di Messina è inutile e dispendioso dal punto di vista economico, rischioso dal punto di vista tecnologico, dannoso dal punto di vista ambientale. Appalto e Via andrebbero rifatti, e la legge sul Ponte potrebbe essere anticostituzionale. Sono le obiezioni all'opera contenute in un dossier preparato da un pool di esperti per conto delle ong ambientaliste Kyoto Club, Lipu e Wwf.
Secondo lo studio, dati i volumi di traffico, l'opera sarebbe inutile e anti-economica. Nessun privato la finanzierebbe, perché non potrebbe rientrare nell'investimento, e il Ponte rimarrebbe a carico dello Stato. Sarebbe a rischio per i terremoti e il vento, e rovinerebbe il paesaggio e l'habitat degli uccelli migratori. Creerebbe poca occupazione (solo 507 persone al mese) e bloccherebbe il traffico delle portacontainer perché troppo basso, solo 65 metri sul livello del mare.
Appalto da rifare ex novo
Per gli esperti incaricati dalle ong, l'appalto andrebbe rifatto, perché quello con il general contractor Eurolink (capeggiato da Webuild) sarebbe stato annullato per legge nel 2013. Andrebbe rifatta anche la Valutazione di impatto ambientale, perché il progetto non è stato realizzato entro 5 anni. Il dossier avanza dubbi di costituzionalità sul recente Decreto sul Ponte (convertito in legge), per la sospetta violazione degli articoli 9 (tutela del paesaggio e dell'ambiente), 32 (tutela della salute) e 41 (iniziativa economica privata).