Le sue creazioni hanno attraversato tutte le stagioni e le mode, hanno vestito imprenditori, artisti e professionisti. Oggi anziano e meno attivo è sempre lì nella sua sartoria alla quale è legatissimo
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Eravamo sul finire degli anni ‘50. Si sentiva già profumo di boom economico, soprattutto al Nord. Il Sud invece era sempre più povero, ma provava a rialzarsi. Lentamente.
E proprio in quegli anni, era il 1957, che il giovane calabrese Giuseppe Iaquinta, decideva di dedicarsi a una delle professioni più belle del mondo: il sarto.
Il sarto è da sempre un vero artista, un artigiano che esalta la bellezza di un corpo, nascondendo i limiti e i difetti. Il sarto non è solo chi cuce e realizza il vestito. Quanto chi crea per una persona quell'unico abito che può perfettamente indossare. Perché ogni uomo ha il suo vestito perfetto. Ma solo un vero sarto riesce a crearlo perfettamente. Ma questo quando il sarto faceva veramente il... sarto!
Sono passati tanti anni da allora, e quel giovane sarto di Bisignano, ormai anziano e meno attivo, è sempre lì, nella sua sartoria, alla quale è legatissimo.
Il maestro Giuseppe Iaquinta per oltre 60 anni ha vestito migliaia di persone di tutta Italia. In tanti venivano di proposito a Bisignano per cercare lui, il maestro. Sapevano che lui realizzava il vestito più bello, con quella delicatezza e quel tocco artistico che solo lui possedeva.
Il suo laboratorio creativo si trova ancora nel centro storico di Bisignano nel Cosentino, a poca distanza dal santuario che conserva i resti del francescano calabrese Sant'Umile.
Mi ha raccontato 'scampoli' della sua vita e della sua straordinaria professione. Tantissime storie che raccontano le vicende di un Paese che ama l'arte e la bellezza. Le sue creazioni hanno attraversato tutte le stagioni e tutte le mode, hanno vestito imprenditori, artisti, giovani sposi, professionisti, intenditori. Il maestro ha voluto che facessi da 'modello' ( benché non ne abbia assolutamente il fisico!) per un abito estivo, elegante nella sua semplicità.
Il Maestro ha un solo rammarico: non trovare più un ragazzo, un apprendista, al quale trasmettere l'arte più bella del mondo! Per poi trasformarlo nel suo degno erede.
Ma, si sa, i tempi cambiano.