Il foglio è stato posto all’ingresso dell’impianto allestito a camera ardente. Intanto si lavora per cercare di risolvere il problema del rimpatrio delle salme
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Un cartello con le condoglianze dell’Ambasciata afghana è stato appeso al cancello del Palamilione, a Crotone. Il foglio è stato posto all’ingresso dell’impianto che ospita le salme dei migranti deceduti nel tragico naufragio del 26 febbraio. Accanto, decine di foto di chi non ce l’ha fatta o di chi risulta ancora disperso.
Le condoglianze dell'Ambasciata afghana
C'è un disegno, in bianco e nero, con lo stemma dell'Ambasciata e poi la scritta 'Condolences fron the Embassy and Mission of the Islamic Repubblic of Afghanistan. Rome, Italy'. Il governo riconosciuto dalla quasi totalità del mondo è quello della Repubblica Islamica dell'Afghanistan, sorta nel 2004. Ma dopo l'avvento dei talebani, è oramai ridotto ad un governo in esilio, in quanto de facto l'Afghanistan è un emirato sotto il dittatoriale e totalitario controllo dei talebani dal 15 agosto 2021.
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Il rientro nelle salme in Afghanistan
«Nei giorni scorsi era venuto a Crotone Khaled Zekriya, sentirò la Farnesina per vedere come risolvere il problema delle salme che torneranno nel Paese natio. Sarà necessario farle transitare attraverso un Paese che abbia rapporti con Kabul», ha detto Khaled Zekriya, l’ambasciatore afghano in Italia nominato dal vecchio governo di Kabul prima del ritorno al potere dei talebani. Zekriya è stato alla camera ardente delle vittime del naufragio ed ha incontrato alcuni dei superstiti. Molti dei migranti a bordo del caicco erano di nazionalità afghana. Adesso, ha spiegato ai giornalisti, «si pone il problema di come rimpatriare le salme i cui parenti hanno chiesto di farle rientrare in Afghanistan. Non possono essere trasportate direttamente a Kabul, quindi dovrà essere individuato un paese dell’area che abbia rapporti con i talebani. Quello che possiamo fare è aiutare le famiglie che lo vogliono a trasferire le salme nei Paesi europei in cui vivono i loro conoscenti».