Demetrio Festa, Giuseppe Lo Feudo, Luigi Martirano e Roberto Musmanno: «Bisogna dire la verità ai cittadini, il corridoio tirrenico non potrà mai essere una “vera” linea AV, serve un nuovo tracciato. Il rischio è che i cantieri si fermino a Praia a Mare»
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
«L’alta velocità passante per Tarsia e Cosenza rappresenta un'occasione unica di ammodernamento del traffico ferroviario calabrese, italiano ed europeo». Stop. Tutto il resto potrebbe essere un surrogato di alta velocità. Tradotto: non sarà mai alta velocità (quella vera)-alta capacità. Sì, un po’ come le linee a nord di Salerno, quelle che – per intenderci – permettono di collegare Roma e Milano in due ore e mezza a 300 chilometri l’ora.
Ed è chiarissimo – cristallino – in tal senso il comitato scientifico Alta velocità Calabria composto da Demetrio Festa, già professore ordinario di Trasporti, all’Università della Calabria; Giuseppe Lo Feudo, già direttore generale delle Ferrovie della Calabria; Luigi Martirano, professore ordinario di Sistemi elettrici dell’Università Sapienza di Roma e Roberto Musmanno, professore ordinario di Ricerca operativa dell’Università della Calabria, già assessore ai lavori pubblici della Regione Calabria durante la legislatura Oliverio.
I vincoli tecnici
Per avvalorare la tesi secondo cui l’unico tracciato da prendere in considerazione è quello passante per Praia-Tarsia-Cosenza-Lamezia Terme, il comitato scientifico sottopone inizialmente, in un documento, tutta una serie di vincoli tecnici, ovvero i punti di ingresso: Praia a nord, Villa San Giovanni a sud, la pianificazione strategica del territorio con una buona dose di buon senso.
«Il tema della realizzazione dell’AV Salerno-Reggio Calabria sta alimentando discussioni tecniche e politiche che è opportuno incanalare nei binari del buon senso e della pianificazione strategica del territorio. Il punto di partenza oggettivo e ormai incontrovertibile – spiegano Festa, Lo Feudo, Martirano e Musmanno – è che è in fase esecutiva il tratto Battipaglia-Romagnano, ed è stato ormai deciso il tracciato da Romagnano a Praia. Altro punto fondamentale è (sembra ormai consolidato) la volontà di realizzare il ponte dello Stretto come opera strategica fondamentale per il Paese, con imbocco lato Calabria nella zona di Cannitello tra Scilla e Villa, a circa 20 km a nord di Reggio Calabria».
Sulla base di questi due presupposti, che definiscono «vincoli fondamentali nel ragionamento che andremo ad articolare», le due porte di ingresso della AV in Calabria sono costituite da Praia a nord e Cannitello-Villa San Giovanni a sud «perché ovviamente l’AV non può che essere pensata in collegamento diretto verso la Sicilia attraverso il nuovo ponte».
«La vera Av necessita di un tracciato tutto nuovo»
«Altro vincolo tecnico incontrovertibile è che la realizzazione di una “vera” linea AV necessita di un tracciato tutto nuovo rispetto alla linea esistente – sottolineano – con pochissime fermate strategiche ben collegate alla rete locale e al territorio. La tratta di cui si discute maggiormente è quella da Praia a Lamezia. Le due possibili opzioni sono la realizzazione un nuovo tracciato tirrenico, collocato ad almeno 1 km interno rispetto alla linea esistente e quindi di fatto tutto collinare e tutto costituito da gallerie e importanti e numerosi viadotti; la realizzazione di un nuovo tracciato interno seguendo il corridoio infrastrutturale occupato da Autostrada del Mediterraneo e linea elettrica di alta tensione, sfruttando la valle del Crati fino a Cosenza e prevedendo un traforo tra il Tirreno e la zona di Tarsia».
Quando si realizza un’opera così importante e costosa «la scelta del tracciato diventa un momento fondamentale per raggiungere gli obiettivi di efficacia trasportistica e sostenibilità economica, avendo come obiettivo ultimo quello di migliorare i tempi di percorrenza tra le stazioni non solo di partenza e di arrivo ma anche con i nuovi nodi intermedi».
Ed «è bene sottolineare, a tal fine, che l’AV Salerno Reggio Calabria, come evidenziato negli studi di fattibilità tecnico economica già sviluppati e costati ai contribuenti oltre 30 milioni di euro, si pone come obiettivi principali non solo (e aggiungiamo non prioritariamente) la riduzione del tempo di percorrenza tra Salerno e Reggio Calabria bensì la riduzione dei tempi di percorrenza in generale verso la Calabria (2 milioni di residenti) e verso la Sicilia attraverso il ponte con imbocco da Cannitello (5 milioni di residenti) e quindi pensando a un bacino di utenza di molti milioni di viaggiatori», ma anche l’ampliamento dell’«area di influenza dell’AV raggiungendo le aree interne, in particolare delle province di Salerno e Cosenza con particolare riferimento al versante interno e ionico».
Bacino d’utenza ed area di influenza, «due punti strategici fondamentali sanciti nelle progettazioni preliminari» soddisfano così «i criteri generali cui quando si realizza una linea AV si pone attenzione, guardando quindi non solo alla riduzione dei tempi tra i terminali (che ovviamente deve essere garantita) specialmente se i punti terminali non costituiscono il bacino principale dei viaggiatori».
L’importanza del corridoio Ten-T Berlino-Palermo
Fondamentale, per il comitato scientifico, è l’aspetto legato allo sviluppo delle reti Ten-T ed in questo solco il tracciato centrale si i castrerebbe alla perfezione.
«L’AV – scrivono ancora – deve essere pensata innanzitutto come elemento essenziale del “Corridoio europeo 1 Berlino – Palermo”, oggi corridoio Scandinavo Mediterraneo, della rete transeuropea TEN-T ed elemento di completamento della rete nazionale, mirato ad aumentare capacità e prestazioni a favore dei territori attraversati. Il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo attraversa l’Italia da nord a sud, scendendo dal valico del Brennero fino alla Sicilia e passando per i nodi strategici di Trento, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Cosenza, Gioia Tauro, Messina e Palermo. Tale corridoio è pensato con il nodo di Tarsia/Cosenza di grande strategicità per creare un raccordo ad Y con il corridoio Mar Baltico-Mar Adriatico che collega Austria e Slovenia ai porti adriatici di Trieste, Venezia, Ravenna, passando per Udine, Padova e Bologna, con il prolungamento sul lato italiano della dorsale adriatica fino a Bari e quindi poi Taranto-Calabria».
«Il tracciato interno è certamente il migliore»
«La scelta del tracciato quindi deve soddisfare tutte queste esigenze affinché si abbia davvero un’opera strategica. Ecco quindi che la scelta del tracciato interno è certamente la migliore. Attraverso il tracciato interno i tempi di percorrenza sarebbero ottimali per tutti i bacini attraversati. Lo dice lo stesso studio di fattibilità di Rfi che in un confronto dei tempi ha evidenziato come anche passando dal corridoio interno Reggio Calabria avrebbe un tempo di percorrenza da Battipaglia di circa 130 minuti esattamente come nel caso del corridoio tirrenico (Fonte Rfi). Occorre quindi sfatare una volta per tutte la tesi per cui passando dall’interno si allungano i tempi di percorrenza per Reggio Calabria».
Sfatata uno delle questioni poste da alcuni rappresentanti politici reggini che si sono opposti al tracciato passante per Tarsia perché rallenterebbe di qualche minuto – sette per l’esattezza – il raggiungimento della stazione centrale di Reggio, Festa, Lo Feudo, Martirano e Musmanno allegano tabelle e grafici che confermano la medesima durata nella percorrenza dei tracciati tirrenico e centrale.
«Occorre anche evidenziare che se si vuole davvero raccordare il ponte dello Stretto, bisogna prevedere un percorso AV fino a Cannitello (Villa) con inizio di salita per raggiungere l’imbocco del ponte da diversi chilometri prima. Reggio Calabria distante circa 20 km dal ponte e almeno 40 km dall’inizio salita sarebbe comunque una diramazione rispetto al tracciato principale pensato per la Sicilia. In più – spiegano ancora – l’eventuale scelta di utilizzare il corridoio tirrenico di fatto precluderebbe la possibilità di realizzare una vera AV perché appare davvero impensabile realizzare due linee ferroviarie a distanza di 1 km l’una dall’altra, e in più con un tracciato praticamente tutto in galleria».
«Con tracciato tirrenico l’alta velocità si fermerà a Praia»
Da qui deducono che «se la scelta del Ministero è quella di potenziare la linea tirrenica esistente, da seri e responsabili quali dovremmo essere tutti noi, per cortesia diciamo una volta per tutte che è stato deciso (non sappiamo da chi) che l’alta velocità si fermerà a Praia e che da Praia a Paola si preferisce mantenere la linea esistente, con un restyling che consentirà di guadagnare al massimo qualche minuto».
A parte il tracciato, però, «è bene – secondo il comitato scientifico – far sapere ai cittadini che una linea AV è tutt’altra cosa rispetto a una linea tradizionale, perché realizzata con rete di alimentazione elettrica e sistema di segnalamento aventi tecnologie completamente diverse rispetto alle linee tradizionali, soluzioni che consentono la corsa in piena sicurezza ad alta velocità dei treni».
«La conclusione che tutti devono sapere è che il corridoio tirrenico non potrà mai essere una “vera” linea AV perché non è possibile trasformare una linea ferroviaria esistente in una linea AV. Non parliamo di alta velocità in Calabria in modo generalista per buttare tutto in confusione, perché questa, così facendo, si fermerebbe a Praia. E i cittadini devono saperlo».
«Chi ha deciso venga allo scoperto e spieghi»
Peraltro, «i decisori che hanno modificato le scelte contenute nel piano di RFI da 35 milioni passando dal corridoio interno in vera AV al corridoio tirrenico in un surrogato di AV devono venire allo scoperto e spiegare in modo chiaro ai cittadini i motivi tecnici e strategici di tale scelta. Occorre essere chiari e responsabili».
Perché l’av passante per Tarsia è l’unica occasione
Insomma, l’alta velocità passante per Tarsia e Cosenza, secondo il comitato scientifico, «rappresenta un'occasione unica di ammodernamento del traffico ferroviario calabrese, italiano ed europeo. Finalmente si realizzerebbe un’ossatura portante che dal nord al sud della Calabria possa collegare Cosenza, Lamezia e Reggio, collegando gli aeroporti a tutte le principali città e aree della regione, servendo direttamente l’Università della Calabria e il polo scientifico e di ricerca che con tanto lavoro si sta affermando a livello internazionale, raccordando il futuro ponte dello Stretto e, quindi, il traffico con la Sicilia al traffico verso la direttrice di Roma e del resto d’Italia e verso la direttrice dello Ionio e poi dell’Adriatico, realizzando una Y con al centro lo snodo di Tarsia. Questo era ed è il progetto originario. Un tracciato che segua naturalmente il corridoio degli altri servizi: autostrada e linee elettriche dell’alta tensione. Guardate le mappe. È questo che tutti noi calabresi vogliamo. Chi vive a Reggio potrà raggiungere Corigliano-Rossano in un’ora di treno contro le attuali 4, 5 o 6 ore indicate dal sito di Trenitalia».
Per Festa, Lo Feudo, Martirano e Musmanno, in definitiva, il tracciato passante per il nodo di Tarsia «dovrebbe essere realizzato a qualunque costo (umano) perché costituisce una occasione unica e irripetibile non solo per ammodernare i trasporti nel sud Italia ma anche e soprattutto per avviare finalmente un volano per lo sviluppo sociale ed economico della Calabria. È il momento delle scelte importanti che determinano il futuro della nostra terra. Superficialità e incompetenza siano messe da parte. Spazio a competenza e lungimiranza».