Rischia di diventare esplosiva la situazione nella tendopoli di San Ferdinando che stagionalmente ospita i braccianti impegnati nella raccolta degli agrumi della Piana di Gioia Tauro. È l'allarme che lanciano, in due distinte prese di posizione, la Cisl di Reggio Calabria e il sindacato autonomo Usb.

«Abbandonata a sé stessa, senza corrente elettrica e acqua, la tendopoli - fa sapere la Cisl reggina - è terra di nessuno, in cui persino lo Stato fa mancare i suoi presidi. Con dignità e abnegazione restano soltanto i vigili del fuoco che per la sicurezza dei migranti continuano un servizio di prossimità con un alto rischio di incolumità. Adesso basta. Non è più possibile continuare a prestare un attività di controllo se mancano le forze dell'ordine e soprattutto se mancano i criteri indispensabili di umanità, in quello che può essere definito un ghetto senza regole e senza sicurezza, igiene e condizioni di vivibilità. È di ieri la notizia di un vero e proprio attacco da parte degli ospiti della tendopoli, nei confronti del presidio dei Vigili del Fuoco, in cui è stato danneggiato un mezzo ma per fortuna non ci sono stati feriti».

Anche per l'Usb «mancano le più basilari condizioni igienico-sanitarie, e non dimentichiamo che la pandemia non è ancora finita. Persino il presidio di forze dell'ordine - è detto nella nota del sindacato autonomo - non trova più posto nello spiazzo antistante il campo. Oltre al buio e alla quantità enorme di rifiuti non raccolti ammassati dentro e fuori la tendopoli, si devono aggiungere dunque ulteriori criticità alla già invivibile vita dei braccianti della Piana. In questi giorni prosegue tra l'altro l'arrivo quotidiano di persone che, tra l'autunno e l'inverno, si dedicano al lavoro nel settore agrumicolo. Senza questi lavoratori il settore entrerebbe in grave difficoltà, come abbiamo visto durante la seconda ondata pandemica, l'anno scorso».

L'Usb ha reso noto anche di avere chiesto un incontro urgente al Prefetto di Reggio Calabria «per trovare una soluzione e avviare un percorso che garantisca l'emersione di questa categoria di lavoratori dall'invisibilità cui la politica li ha relegati».