Dal Premio Caccuri il conduttore di Piazza Pulita manifesta i propri dubbi sulla riforma: «Dobbiamo unire l’Italia, non dividerla. E lo Stato centrale deve prendersi le proprie responsabilità»
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Corrado Formigli partecipa al Premio Caccuri in una veste inedita: nello spettacolo Titanic, ideato assieme a Stefano Massini, si fondono giornalismo, storytelling e musica. Teatro civile per accendere una luce sulla crisi climatica a lungo ignorata e che rischia di distruggere il pianeta.
A margine della serata, il giornalista che conduce da anni Piazza Pulita, si è concesso ai microfoni di LaC per una battuta sulla campagna che il network ha avviato contro l’Autonomia differenziata. Dal teatro civile al giornalismo civile, Formigli si aggiunge alle voci critiche raccolte su una riforma che rischia di spaccare l’Italia.
L’editoriale | L’autonomia che spacca l’Italia
«La mia posizione – esordisce – è che in questo momento noi abbiamo bisogno di unire l'Italia e non di dividerla».
Questione di principio che poggia, però, sull’analisi di ciò che è avvenuto negli anni della crisi Covid, che hanno cambiato la percezione di ciò che le amministrazioni locali (non) sono in grado di fare nei momenti di emergenza.
«Ho anche personalmente un'idea piuttosto severa di come le regioni abbiano gestito la pandemia», continua Formiglia. Che manifesta dubbi sulle possibili ricadute sulla salute: «Credo che, per esempio, dare anche la sanità in mano alle regioni non sia una buona idea». Complessivamente, il giornalista si dice «contrario a questa riforma così come sono stato contrario alle riforme che anche il centro-sinistra fece sulle autonomie delle regioni. Io sono dell’idea che lo Stato centrale debba prendersi le proprie responsabilità: credo che questa sia una riforma che tende a dividere il Paese e a esasperare le differenze».