A quanto pare la sua mission politica rimane quella di sponsorizzarsi pagine personali su Facebook. Perché per le cose serie, l’assessora al Welfare Federica Roccisano, scelta in giunta regionale da Mario Olivero in qualità di donna competente senza portafoglio, non c’è niente da fare: è ignorante in materia. Un’ignoranza colpevole, così come ieri è stata definita da Milena Gabanelli durante la puntata del programma “Report” che ha fatto luce sulla pesante situazione dell’accessibilità alle scuole da parte di ragazzi disabili calabresi.

 

La questione dei fondi alla disabilità è scoppiata qualche settimana fa quando la Regione Calabria ha dovuto far tornare al mittente qualcosa come 550 mila di euro non spesi a favore del settore, scatenando le ire delle molte famiglie costrette a fare ogni giorno i salti mortali per tentare di garantire una vita dignitosa ai propri figli. Così ieri sera, dopo un primo pezzo dedicato al “consigliere” laureato in giurisprudenza Andrea Gentile (figlio di Tonino di Ncd e in quota Beatrice Lorenzin), messo per inspiegabili cause di merito nel Cda del prestigioso Istituto nazionale dei Tumori di Milano, l’attenzione si è concentrata su alcune storie made in Calabria. Precisamente a Catanzaro. Il nodo della questione erano i passaggi di competenze passati dal primo gennaio dalle Province alle Regioni, soprattutto in materia di organizzazioni dei trasporti a favori dei disabili.

 

Già da subito l’assessora Roccisano, che per dovere di cronaca siede in giunta da esterna perché considerata una personalità di alto profilo, ha manifestato una certa insofferenza alle domande del giornalista. Tentando di utilizzare il politichese, ha poi finito per fare una grossa figuraccia. Non era, ad esempio, a conoscenza proprio del definitivo passaggio di competenze, spiegando - senza riuscirci - come “ancora non si è ‘perfettemente’ chiarito”. Cosa falsa, che se da un lato mostra la scarsa competenza in materia della Roccisano, dall’altro sottolinea come sia la politica ad utilizzare la burocrazia per mascherare le proprio inefficienze e non viceversa.

 

A questo punto, l’assessora capendo di non avere scampo di fronte la preparazione di “Report” ha richiamato in stile “Ambrogio” uno dei dirigenti per aiutarla a - testuale - “non dire cazzate”. Lo spaccato emerso è tratti inquietante e a tratti vergognoso. Federica Roccisano, ribadendo le parole di Milena Gabanelli, è “un’ignorante colpevole”. Che tradotto significa: se ti assumi delle responsabilità politiche, e non sei preparata, questa è un’aggravante, non un’attenuante. Così quel “mi chiami Pietro”, riferito appunto all’aiuto del dirigente, è la cartina al tornasole dell’intera parodia firmata Federica Roccisano. Una donna sopravvalutata che pensava di potersi bastare da sola, ma che si ritrova improvvisamente nuda davanti alla scomoda (e palese) verità.

 

Talmente sopravvalutata da scrivere un post su Facebook non per chiedere scusa alle famiglie dei ragazzi disabili, ma per ribadire il vecchio e solito mugugno del “hanno tagliato l’intervista ad arte”. Scrive che lei ha risposto alle domande, ma non le hanno mandate in onda. Scrive che lei sta facendo il possibile per salvare la sventurata terra dagli errori del passato.

 

Adesso, nei prossimi giorni la Roccisano darà una sua versione dei fatti, spiegherà le ragioni del suo impegno e farà ascoltare l’audio dell’intervista. E’ chiaramente un suo diritto difendersi dall’intervista “montata ad arte” da “Report”. Ma quei suoi imbarazzi, quelle sue non risposte, quei suoi tentativi di aggrapparsi sugli specchi, quella totale mancanza di competenza sulle leggi in materia e - per finire - quel suo modo quasi spocchioso di richiamare l’attenzione dei suoi dirigenti per essere salvata dalle grinfie del giornalista terrorista sono e rimangono una delle più brutte pagine di mala-politica degli ultimi 20 anni.

 

Angelo De Luca