La ‘ndrangheta verrà sconfitta e la sconfiggerete voi». Il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo si è rivolto, questa mattina, agli studenti degli istituti scolatici di Vibo Valentia che si sono riuniti nell’auditorium del liceo Morelli in occasione della consegna del premio “Operatore d’oro” al magistrato.
Il procuratore Falvo ha descritto, nel corso del proprio intervento, il cambiamento che la provincia di Vibo Valentia ha subito nel corso degli anni. Da avamposto della ‘ndrangheta dove, come raccontavano i collaboratori di giustizia, dove «non si muoveva foglia senza il volere delle ‘ndrine», inserite in ogni ambito della vita pubblica, e dove la corruzione era dilagante e appariva difficile scardinare il sistema dominante, Vibo sta cambiando volto. «Vibo era la città e la provincia col più alto tasso di crimini violenti. Oggi le cose credo che siano cambiate con l’aiuto di tutti gli esponenti delle forze dell’ordine. Abbiamo cercato di far cambiare prospettiva».
Camillo Falvo Vibo la conosce bene. E’ arrivato a occuparsi di questa provincia nel 2014, come sostituto procuratore della Dda di Catanzaro. Le operazioni antimafia si sono susseguite negli anni a ritmi serrati. Il procuratore ricorda quando, avendo deciso di tornare in Sicilia (a Messina aveva lavorato nella Dda) il procuratore Nicola Gratteri lo fermò: «Mi disse “no, devi restare e concludere l’opera che abbiamo iniziato”».

«Siamo nella direzione giusta»

Il procuratore è consapevole che la strada da intraprendere è ancora lunga: «A Vibo è difficile fare tutto: il magistrato, il prefetto… Ma le cose stanno cambiando anche qui. C’è ancora tanto da fare ma siamo nella direzione giusta».
«Non esiste più – ha ribadito Falvo – la situazione che c’era prima. Nessuno è al di sopra della legge. Nessuno può considerarsi immune dall’essere perseguito dalla legge. Tutti i capi mafia che c’erano prima non sono più in circolazione. Sono quasi tutti all’ergastolo o al 41bis».
Il magistrato ha raccomandato ai ragazzi di non cercare la via facile nella vita, fatta di scorciatoie e raccomandazioni. Ha parlato un po’ di sé, ha spiegato di provenire da una famiglia umile in cui i genitori hanno entrambi la quinta elementare «però sono le persone migliori a questo mondo per i valori che mi hanno trasmesso. Io non ero un predestinato a fare il magistrato. Per me lo spartiacque, nelle scelte che ho fatto nella vita, è stata la stata la strage di Capaci».

Le autorità

A omaggiare il procuratore di Vibo Valentia il prefetto di Vibo, Paolo Giovanni Grieco, il sindaco Maria Limardo, il comandante della provinciale dei carabinieri, colonnello Luca Toti, il comandante provinciale della Guardia di finanza di Vibo Massimo Ghibaudo, il comandante della Capitaneria di Porto, Luigi Spalluto, l’associazione Libera e la Questura di Vibo Valentia.

«Falvo e Gratteri modelli positivi di legalità»

«Sono molti gli studenti che desiderano identificarsi con modelli positivi di legalità come il procuratore Falvo e il procuratore Gratteri». Sono stati tanti gli studenti che hanno rivolto domande e pensieri al procuratore di Vibo.
Martina ha parlato di «normalità anormale» laddove non esiste uno stato di diritto. Molti ragazzi, ha detto la studentessa, hanno percepito questa “normalità anormale” e si sono sentiti diversi rispetto al disagio provato.
Diversi studenti hanno chiesto cosa riservi loro il futuro, se saranno costretti a «fuggire dalla nostra Calabria» come molti altri giovani prima di loro. «Il sentiero è stato tracciato, ora bisogna camminare insieme», ha detto il rappresentante di Libera, Raffaele Pileggi.