Un atto che realizza una piena aderenza, anche al cospetto della collettività, dell’identità formalizzata nel nome a quella percepita da chi con quel nome è identificato a scuola e all’università.
Un atto di rispetto verso la libertà di essere e di tutela della privacy delle persone trans, il cui genere non è quello assegnato al momento della nascita e che, proprio a scuola o all’università, vivono situazioni di forte disagio legate all’esigenza assolutamente primaria di riconoscimento sociale.

La carriera Alias e il diritto alla propria autodeterminazione di genere

Questo è la carriera Alias che si concretizza in una procedura attivata su istanza dallo studente o dalla studentessa trans o dalla famiglia in cui si chiede la sostituzione nel registro elettronico, negli elenchi e in tutti i documenti interni, del nome anagrafico con quello di elezione, scelto da chi fa istanza.
È un accordo di riservatezza tra istituzione scolastica e universitaria, studente o studentessa trans e famiglia (nel caso di studente minorenne), attraverso il quale si chiedono riconoscimento e denominazione con il genere percepito come il proprio, diverso da quello di nascita.
Non occorre presentare alcuna certificazione medica o psicologica dal momento che non trattasi di una malattia o di una patologia mentale, piuttosto dell’estrinsecazione sociale di una delle tante sane espressioni di cui è portatore il genere umano.
La carriera alias, garantendo benessere e sicurezza, previene continui e forzati coming out, le sofferenze inferte dagli atti di bullismo e di discriminazione in quello che è l’ambiente in cui la persona si forma e socializza per eccellenza, trascorrendovi anche tanto tempo.

La decisione dell’Ateneo reggino

Una buona prassi che farà il suo ingresso all’Università Mediterranea di Reggio Calabria che nelle sedute del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione del 28 gennaio scorso, ha appunto approvato il “Regolamento per l’attivazione e la gestione delle Carriere Alias” per la componente studentesca.

Non lo stesso slancio si registra in Calabria e nel Reggino sul fronte scolastico.
Un cammino ancora lungo o forse inutile e già pronto a terminare se per identità di genere non si intende una manifestazione legittima della propria personalità ma una ideologia che va contro il corso storico della società. Le opinioni su questo passo intanto compiuto dalla Mediterranea sono, infatti, come prevedibile contrapposte. Plaudono Arcigay I due mari e Agedo Reggio Calabria. Critica il gruppo reggino di Pro Vita & Famiglia.

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