VIDEO | A San Costantino Calabro, nel Vibonese, nei giorni scorsi si sono tenute le celebrazioni per i 25 anni di sacerdozio del parroco, la cui vocazione è strettamente connessa con la figura del Venerabile Francesco Mottola
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Molti suoi parrocchiani lo definiscono un sacerdote di vecchio stampo, ma che allo stesso tempo si fa amare e sa dare una parola di conforto a chi ne ha bisogno. Numerosi, infatti, sono i fedeli che vengono a trovarlo per confessarsi, anche chi non fa parte della sua parrocchia, e la confessione per un sacerdote è la parte più importante del suo ministero, ciò che lo rende un vero curatore di anime.
Don Francesco Sicari, tropeano di origine, fu ordinato sacerdote nella cattedrale di Mileto il 13 aprile del 1996 attraverso l'imposizione delle mani e l'invocazione dello Spirito Santo dal vescovo del tempo, Domenico Tarcisio Cortese. In questi anni, don Francesco ha guidato diverse parrocchie, e dal 2017 è responsabile della comunità di San Costantino Calabro, nel Vibonese, dove lo scorso 13 aprile ha celebrato i suoi 25 anni di sacerdozio con una cerimonia presieduta da Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea. Per una felice coincidenza, nella stessa circostanza è stato ordinato sacerdote anche don Pasquale Spinoso, appartenente proprio alla parrocchia di San Costantino Calabro.
La vocazione di don Francesco nasce sin dalla più tenera età, in seno alla sua famiglia, grazie alla quale riceve il dono della fede, ma soprattutto frequentando l’ambiente dell’Istituto delle Oblate fondato da un Santo sacerdote, il venerabile don Francesco Mottola. Crescendo, don Sicari capisce che la sua strada non è quella del matrimonio, ma del sacerdozio, giungendo così all’ordinazione nel 1996.
Dal 5 luglio 2020, don Sicari diventa “fratello maggiore” dei sacerdoti Oblati del Sacro Cuore: una carica che, di fatto, lo rende successore di don Mottola.
Sentendo parlare don Francesco, si capisce come la vita di un prete la si possa comprendere quando questi vive a stretto contatto con i propri fedeli. Ed egli è proprio così: un sacerdote che sta in mezzo alla gente annunciando il Vangelo e portando il sollievo dell'amore di Dio attraverso l'Eucarestia.
Ma il sacerdote tropeano non smette di stupire: molti lo considerano anche un prete social, che si sa modernizzare per stare più a stretto contatto con i giovani, da lui considerate persone bisognose per via della loro fragilità.
Ciò che di più intenso si porta nel cuore, però, sono le varie testimonianze di fede e la forza della speranza che riscontra in chi soffre quando porta di persona il conforto della parola di Dio.