FOTO - VIDEO | La visita dei ragazzi dell’Istituto Amerigo Vespucci alla base dell’Ottavo elinucleo dell’Arma. A tu per tu con i piloti. Poi le sorprese: l’atterraggio di un velivolo dell’Aeronautica e l’abbraccio del generale Salsano
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Gli eroi dell’aria indossano una tuta blu. «Tenente Viscione, ha mai paura quando è lassù?», domanda la piccola allieva dell’Istituto Amerigo Vespucci di Vibo Marina all’ufficiale pilota dell’Arma dei carabinieri. Come i suoi compagni, la bimba è ospite, ma anche inviata-giornalista per un giorno, nell’Aeroporto militare “Luigi Razza” di Vibo Valentia, base dell’Ottavo Elinucleo della Benemerita, del Gruppo operativo Calabria e del blasonato Squadrone eliportato cacciatori.
Alunne e alunni, accompagnati dal dirigente scolastico Giuseppe Sangeniti, dal vice Andrea Mamone e dai loro insegnanti, visitano l’elisuperficie, l’hangar, osservano da vicino uno dei mezzi aerei attraverso cui – spiega loro il tenente Alfonso Viscione – i militari si librano in volo, protagonisti di missioni di soccorso, di controllo del territorio, di supporto alle attività dei loro colleghi che, ogni giorno, combattono via terra contro le ingiustizie ed il crimine. Sono bravi insegnanti, gli ufficiali elicotteristi della Benemerita. «Forse l’attenzione sta calando…», dice il luogotenente Fabio Calcaterra, che racconta loro la storia dell’Aeroporto militare di Vibo Valentia, del ministro Luigi Razza e come funzionano i mezzi aerei che guidano ogni giorno. Si sbaglia, però, il pilota, che conquista i ragazzi i quali sono ancora lì, dopo circa un’ora, a far domande: «Come fa a volare un elicottero?», «Quanti cavalli ha il motore?», «Come si diventa piloti?».
È un incedere di interrogativi, di mani alzate, di curiosità. «Gli alunni si sentono a scuola», sorride una docente. «Ed in effetti lo sono…», dice dal canto suo il preside il cui istituto è considerato, per la sua didattica e le attività extrascolastiche che promuove da anni ormai, come un modello da umulare, e non solo al Sud. Il protocollo della visita degli alunni registra anche due graditi fuori programmi. Seduti davanti all’hangar, i giovanissimi studenti assistono in presa diretta all’atterraggio di un elicottero dell’Aeronautica militare che conduce nella base di Vibo Valentia alti ufficiali dell’Arma e funzionari della Protezione civile. Ma non è tutto. Ad omaggiarli, per la loro gradita visita, giunge – via terra, stavolta – il comandante della Legione Carabinieri Calabria. «Come ti chiami?», chiede una bimba rivolgendosi al generale Salsano con candore. «Mi chiamo Pietro…». E via: «Cosa sono quelle cose che hai sul petto?». «Sono medaglie… Questa è francese… Questa spagnola… Questa è…». «E quella più grande?», domanda un altro bambino. «Questa la portano al petto tutti i carabinieri che stanno in Calabria».
Sposato con una insegnante, il generale sa cosa vuol dire saper parlare con i ragazzi. Si rivolge alle docenti: «Mia moglie è una di voi. Voi fate un grande lavoro per questi ragazzi». Già, si sentono a scuola i ragazzi, a scuola all’Arma dei carabinieri. «Una scuola di vita», dicono all’unisono.