Il 4 ottobre si celebra in tutta Italia la Giornata Nazionale del Dono istituita per legge nel 2015 e promossa dall’Istituto Italiano della Donazione (IID), un’iniziativa che nasce per celebrare i valori della solidarietà e della sussidiarietà. Donare e donarsi all’altro, insomma, il dono declinato nelle sue molteplici forme, tra queste, di fondamentale importanza, è la donazione di sangue. «Donare è importante prima di tutto perché è un segno di solidarietà verso le persone - spiega Domenico Reale, referente dell’Associazione donatori volontari sangue per talassemici di Locri (ADVST) -. Sono molteplici purtroppo le malattie che richiedono la necessità di sangue, dagli interventi a malattie come la talassemia, quindi il bisogno è continuo».

Un gesto semplice, apparentemente piccolo ma in grado di contribuire al benessere di innumerevoli persone in difficoltà, un gesto salvavita e che può rivelarsi estremamente utile anche per sé stessi: «È anche un modo per tenersi sotto controllo, per fare prevenzione - sottolinea Reale - perché spesso succede che ci sono problemi che magari le persone non sentono di avere ma che poi vengono fuori facendo i controlli che sono propedeutici alla donazione». Ma chi può donare il sangue? «Possono donare sia gli uomini che le donne maggiorenni, adesso l'età che permette di effettuare la donazione si è anche prolungata, prima era 65 anni, adesso se si è in buone condizioni e si fa anche qualche controllo in più si può donare anche fino a 70 anni».

In Italia solo il 2,7% della popolazione dona il sangue, negli anni è diminuito inoltre il totale delle donazioni, con una flessione soprattutto tra le fasce più giovani. Donare diventa essenziale quindi per contribuire, nel proprio piccolo, a realizzare qualcosa di grande, che poi è il senso che intende trasmettere e divulgare quanto più possibile la Giornata Nazionale del Dono e che vale per ogni giorno dell’anno.