Qualsiasi persona in salute, di età compresa tra i 18 e i 35 anni può, con il proprio midollo osseo, contribuire a salvare una vita. Per informare gli studenti e sensibilizzarli alla donazione, l’Admo, insieme ai medici del centro trasfusionale di Cosenza e alla Protezione civile, con il sostegno di Fidas e del Paese di Gertrude, ha allestito un punto d’incontro all’Università della Calabria, attrezzato di autoemoteca per il prelievo del sangue.

Il trapianto del midollo osseo è una pratica necessaria per combattere patologie gravi quali leucemia, neoplasia ed altre malattie oncologiche del sangue. Ma diventare donatori aiuta anche coloro che necessitano di trasfusioni quotidiane per sopravvivere. «Il percorso della donazione è semplice – spiega Gabriele Nusdeo, responsabile Admo di Cosenza - Basta un prelievo di sangue periferico dal braccio. I risultati delle analisi vengono inseriti in una banca dati internazionale. La compatibilità è di uno su centomila, per questo è molto raro trovare un donatore: più persone si rendono disponibili alla donazione e più vite possiamo salvare».

Secondo Francesco Zinno, direttore del centro trasfusionale dell’ospedale dell’Annunziata «la buona sanità la fanno anche i donatori. Il sangue in primo luogo viene utilizzato per alcune malattie oncologiche, ma anche per i neonati prematuri o immaturi che nel 90% dei casi necessitano di trasfusione. Vitali poi le trasfusioni per i soggetti affetti da talassemia. Per questo occorre un flusso di donazione continua».

Salvatore Bruno