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CATANZARO – Da domani niente pet. Stop alle diagnosi oncologiche. La Fondazione Campanella non ha più la possibilità di utilizzare i macchinari per effettuare il sofisticato esame sui pazienti. I soldi sono finiti. Non ci sono risorse per pagare i farmaci e gli stipendi. E il 17 luglio chiuderanno 11 unità operative non oncologiche. Centottanta i posti di lavoro a rischio. Medici, infermieri, personale ausiliario ed amministrativo: tutti saranno costretti a fare le valigie perché nonostante le proteste e le riunioni tra Fondazione, Regione e Policlinico universitario di Catanzaro non si è trovata una soluzione concreta al problema: il polo oncologico e le specialistiche ad esso collegato costano 30 milioni di euro all’anno, fino ad oggi ha ottenuto solo 10 milioni di finanziamenti. Lo stop delle attività è consequenziale a questa situazione di stallo. La Fondazione Campanella - che ha debiti di milioni con i fornitori - ha finito per far ricorso alla magistratura denunciando che la forzosa interruzione delle cure ai pazienti è una violazione al diritto alla cura e alla salute sancito dalla nostra Costituzione. Dopo i reparti non oncologici toccherà alle rimanenti 8 unità operative specializzate nella diagnosi e nella cura dei tumori. Qui sono in ballo altri 80 posti di lavoro. In tutto sono a rischio 125 tra posti letto e disponibilità di assistenza in day hospital, oggi occupati da pazienti che, una volta chiusa la Campanella sarebbero costretti a curarsi fuori regione.