VIDEO | Giuseppe Aloisio ha conquistato il primo posto al Campionato mondiale di pinsa romana: «Ho portato prodotti che rappresentassero me e il mio territorio»
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Il trofeo è esposto vicino al banco di lavoro, non se ne vuole separare. Quando ce lo mostra, Giuseppe Aloisio, è ancora incredulo. Lo accarezza, lo bacia e indossa con fierezza quella medaglia d’oro: è lui il miglior pinsaiolo al mondo. Il titolo lo ha conquistato al primo Campionato di pinsa romana svoltosi a fine novembre a Guidonia Montecelio, sbaragliando l’agguerrita concorrenza, una cinquantina di professionisti provenienti da ogni parte d’Italia, ma anche da Canada, Spagna, Danimarca e Olanda.
Il 29enne di Isola di Capo Rizzuto non si aspettava di salire sul gradino più alto del podio: «Sono stato uno dei primi a gareggiare, non immaginavo la vittoria vista la presenza di tanti bravi pinsaioli da tutto il mondo. Quando hanno comunicato la classifica, hanno iniziato a chiamare dalle ultime posizioni e il mio nome non c’era. Poi, sono arrivati al podio, e il primo ero io. È stata un’emozione unica, indescrivibile» ci confida, mentre sorride quasi con imbarazzo.
Giuseppe ha messo d’accordo la giuria con una pinsa che ha il sapore della sua Calabria: «Ho voluto portare i nostri prodotti calabresi, qualcosa che rappresentasse me e il mio territorio: patate silane, peperoni, cipolla di Tropea, nduja di Spinga e per finire fili di peperoncino».
Una vittoria che lo ripaga di lavoro e sacrifici: «Faccio questo mestiere da sei anni, ho iniziato dal basso, come cameriere, poi sono diventato aiutante e ora sono primo pizzaiolo. Il mio futuro non so dove sarà, ma per ora voglio crescere qui, a La Rustica (il ristorante pizzeria in cui lavora, ndr)».
Da quando è tornato vincitore dalla competizione, ha ricevuto grande affetto, tutti a Isola sono orgogliosi del suo risultato: «Mi fanno i complimenti, i clienti vogliono assaggiare la pinsa vincitrice, ora la devo mettere subito nel menu».
Ma la vittoria più grande, ci confida, deve ancora arrivare: «Dedico questo trofeo a mia moglie Teresa, che aspetta un bambino».