La rimozione è stata recentemente confermata dalla Cassazione che ha parlato di «inettitudine permanente e assoluta». Originaria di Reggio, 57 anni, è stata docente di storia e filosofia in Veneto. Il giudizio degli ispettori del Miur che ha determinato il suo allontanamento
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Non sembra molto turbata dallo scandalo che le divampa intorno la professoressa Cinzia Paolina De Lio, la prof reggina il cui nome sta rimbalzando ovunque sul web per una "prodezza" che ha quasi dell'incredibile. La docente sarebbe risultata assente per venti anni su ventiquattro di servizio e la Corte di Cassazione, adesso, ha cristallizzato il fatto e la sanzione (la destituzione) in una sentenza che ha provocato non poche reazioni.
La difesa della prof assenteista
Ieri, La Repubblica ha cercato di contattare la prof che si è limitata a dire: «Scusate, ma ora sono al mare. Non rispondo a domandine di giornalisti buttate qua e là che non renderebbero giustizia all’affermazione della Verità in merito alla mia vicenda, unica in senso assoluto».
La 57enne, sulla carta insegnante di Storia e Filosofia, è stata definita dai suoi ex alunni del liceo Veronese di Chioggia (provincia di Venezia) con aggettivi poco edificanti («impreparata e approssimativa»). Le segnalazioni degli studenti hanno fatto scattare i controlli ministeriali sull'attività della docente, durati per ben tre giorni. Il Miur, carte in mano, ha poi deciso di rimuovere l'insegnante dall'incarico.
Ma la storia non si è conclusa così, la Cassazione ci ha messo il carico, motivando la destituzione con una motivazione che è davvero il classico "colpo di grazia" parlando di «inettitudine permanente e assoluta». L'insegnante è stata condannata per il «concorde giudizio sull’assenza di criteri sostenibili nell’attribuire voti, la non chiarezza e confusione nelle spiegazioni, l’improvvisazione, la lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dall’alunno, l’assenza di filo logico nella sequenza delle lezioni, l’attribuzione di voti in modo estemporaneo e umorale, la pessima modalità di organizzazione e predisposizione delle verifiche».
«Sono una giornalista, spiegherò tutto»
Al quotidiano La Stampa che è riuscito a mettersi in contatto con lei ha detto: «Sono una giornalista e gestirò personalmente l’aspetto mediatico della vicenda, ovviamente sono disponibile a trasmettere ai colleghi che me lo chiederanno atti e documenti utili a ricostruire la verità dei fatti di questa vicenda assolutamente unica e surreale» puntualizzando di essere, oltre che insegnante e giornalista «diplomata in pianoforte, ho tre lauree, sono specializzata in nuove tecnologie e autonomia scolastica con perfezionamento in criminologia, pet therapy, storia della medicina, parassitologia del territorio, disturbi specifici dell’apprendimento, igiene mentale dell’adolescenza».